Il lurido mondo incantato dei “ragazzi di vita”

Per amare totalmente “Ragazzi di vita”, ancora in scena al Teatro Argentina fino al 20 Novembre, è utile ricordare che questo romanzo fu il primo scritto da un giovane Pasolini. 

Cominciato nei primissimi anni ’50, non ancora trentenne al suo arrivo a Roma, squattrinato, già condannatto per atti osceni in luogo pubblico e travolto letteralmente dalla Roma sventrata dalla guerra e popolata da giovanissimi ragazzi allo sbando dai quali, probabilmente, Pasolini era irresistibilmente attratto.
E la messa in scena di Massimo Popolizio, su adattamento di Emanuele Trevi, centra totalmente il bersaglio catapultandoci senza troppi filtri, virtuosismi, filosofeggiamenti nella carnalità, nella sventatezza, nella ingenuità di fondo che quei ragazzi rappresentavano.
Uno spettacolo corale splendidamente orchestrato che ha nel continuo raccontare i protagonisti dall’interno e dall’esterno (con la voce narrante ma anche con il narrare di sè degli stessi protagonisti) la sua chiave di volta che ci permette di osservare e amare questi ragazzi con gli occhi e la penna di Pasolini, ancora così giovane e appassionata.
Una ventina di attori in scena, per una decina di episodi ognuno a modo suo incantevole. Tutti molto bravi.
Lino Guanciale si cimenta nel ruolo non facile della voce narrante continuamente dentro e fuori la “vita” di questi ragazzi, osservandoli, amandoli, desiderandoli, cercando di capirli, bravo e appassionato (forse a tratti un po’ sopra le righe) . Tra i giovani particolarmente convincenti Josafat Vagni e il suo stralunato Agnolo, Giampiero Cicciò in uno dei personaggi evidentemente meglio descritti e compresi da Pasolini: “er froscio”, Alberto Onofrietti che regala con misura due delle figure più tenere come “Er fusajaro” e Genesio, e il piccolo sfortunato “lupo” di Francesco Santagada e Sonia Barbadoro molto “Magnani” nella sua madre di Alduccio… 

Uno spettacolo da non perdere davvero. Scene costumi e musica completano la efficacissima messa in scena di Popolizio che riesce a trascinare lo spettataore nel lurido mondo incantato di questi “ragazzi di vita”.

Roma, teatro Argentina, 2 novembre 2016

Giuseppe Bucci

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