“La casa di Via Palestro”, gli aneddoti di vita di Franco Buffoni

La-casa-di-via-PalestroE’ stato presentato all’interno della rassegna “Poetè” organizzata da Claudio Finelli presso il Chiaja Hotel de Charme di Napoli, il volume “La casa di Via Palestro”, ultimo lavoro di Franco Buffoni edito da Marcos y Marcos,

L’autore già noto per molte opere, tra cui “Zamel”, ha voluto in questa nuova creatura catturare alcuni scampoli della sua vita mettendoli in relazione con il microcosmo temporale che va da prima della sua nascita fino ai giorni nostri, in un entusiasmante viaggio di formazione di un uomo che, nonostante l’epoca buia, ha da sempre capito e vissuto la propria omosessualità.

Non manca ad esempio l’occasione per narrare la storia dei suoi “possibili padri”, ovvero gli uomini con i quali la madre ha avuto relazioni, tra cui un omosessuale non dichiarato, fino ad arrivare ad un severo elemento militare con il quale non sono mancati diverbi, dovuti principalmente all’impossibilità di accettazione dell’aver generato un figlio gay.

Tra atmosfere più ricche di sensazioni tristi e momenti in cui l’allegria e la giovialità scherzosa regnano sovrane, il libro attraversa molti aneddoti trasformandosi dunque in una serie di racconti inanellati tra loro, come episodi della stagione di un’appassionante serie tv.

Ne “La casa di Via Palestro” non mancano pruriginosi racconti di gioventù in cui si ricordano i beati momenti passati da ragazzo in una palestra di pugilato adottando un ingegnoso escamotage pur di non partecipare attivamente agli allenamenti ma di goder nella visione di fisici atletici in abiti a dir poco succinti, fino alla doverosa nota riguardante il padre delle sorelle Bertè e l’annosa questione superstiziosa che purtroppo ha sempre minato la vita e la carriera dell’indimenticabile Mimì.

Il libro breve ma intenso accarezza dunque un periodo storico molto ampio e rende interessante lo svilupparsi non solo di una vita gay, ma di un succedersi di avvenimenti e momenti del secolo scorso che è interessante ricordare, godendo della scrittura precisa e curata di Buffoni.

Gaetano Cutri

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