“La notte di Helver”: la fragilità dell’anima e il suo bisogno di amore

A Fabbrica Europa il testo di Ljubica Oostojić nell’intensa interpretazione di Ermin Bravo e Mirjana Karanović.

_ 4. La notte di Helver -  Kamerni Teatar 55Tra il 1992 e il 1995, quando Sarajevo era una città sotto assedio, il Kamerni Teatar 55 andò in scena quasi ogni giorno, a volte con la sola illuminazione delle candele, e presentò a un pubblico costante e affezionato ben 28 debutti. L’intento della compagnia era la «resistenza culturale all’aggressione e alle barbarie» e nella scelta del repertorio non si piegò mai ad alcun compromesso né ad alcuna influenza ideologica, nazionalistica, religiosa o politica. La sua attività prosegue tutt’oggi ed è divenuta un punto di riferimento imprescindibile per un’intera generazione di intellettuali dell’area dei Balcani. Di orientamento avanguardista e sperimentale, nel corso degli anni ha interpretato le pièce dei grandi autori internazionali, quali Brecht, Shaw, Weiss, Camus, Lorca, Pinter, Albee, Shakespeare. Ma, dal punto di vista più strettamente artistico, è il lavoro attoriale a venire privilegiato, con una particolare attenzione per un’interpretazione intima e sincera.

Queste le indispensabili premesse allo spettacolo “Helverova noc”, che ha debuttato a Sarajevo nel gennaio 2004 e che è stato presentato a Firenze durante la XXI edizione di Fabbrica Europa. Un’occasione unica, imperdibile, per uno spettacolo che cattura fin dal primo istante, trascinando lo spettatore in un vortice di violenza e di doloroso bisogno di comprensione e d’amore.

Ci ritroviamo nell’intimità di uno squallido interno, una cucina povera, fatiscente, dalle pareti scrostate, dove i tentativi di Carla, la protagonista femminile, di mantenere un’apparenza di ordine e pulizia sembrano scontrarsi con l’inevitabile realtà. Un luogo fisico dove due esistenze si incontrano/scontrano, si rifugiano dai pericoli del mondo, ma anche luogo metaforico dell’anima, dove l’angoscia, il rimorso e il peccato sono tali da non permettere vie di fuga. Qui anche i normali gesti d’affetto diventano soffocanti, fino all’ultimo, estremo, sacrificio d’amore. Non solo. Un luogo che potrebbe essere qualunque luogo, in qualunque tempo, in qualunque città del mondo. Ma un luogo dove la guerra preme, cerca in tutti i modi di entrare e impadronirsi della stanza e dei suoi abitanti. All’inizio la percepiamo come l’eco lontana di una rivolta in corso, ma essa diventa sempre più presente e paralizzante: la percepiamo nella parola, nei gesti, nel racconto, vissuto e subito in prima persona da Carla ed Helver.

Carla, una giovane donna con l’anima ferita, all’apparenza sottomessa e incapace di ribellarsi alle prepotenze di Helver, costretta a subire una vita di una quotidiana violenza domestica. Una violenza fisica e verbale. Scopriremo invece che, come troppo spesso accade, è una donna sola, schiacciata dai propri sensi di colpa e che per questo si punisce. Ma è anche una donna capace di portare sulle proprie spalle il peso di un immenso dolore, capace di amare in maniera assoluta e incondizionata. Helver è un disabile con un evidente ritardo mentale, troppo fragile per difendersi dal mondo, di cui però ‘scimmiotta’ i soprusi, quasi fossero un gioco per lui innocente. Il rapporto tra i due risulta ambiguo (si chiarirà nel corso della rappresentazione), ma non è importante che siano madre/figlio, marito/moglie, fratello/sorella. Ciò che conta è la vicinanza tra due anime fragili che hanno bisogno l’una dell’altra. E allora la notte di Helver diventa il momento del riscatto, della vicinanza, della confessione di verità troppo dolorose per essere accettate e perdonate, ma anche, finalmente, la possibilità di abbandonarsi all’affetto e alla dolcezza. Fuori però c’è il mondo che ormai bussa alla porta. Un mondo dove c’è pietà e comprensione per i fragili e i disabili e dove l’unica salvezza possibile, verrebbe da dire l’unica possibilità di sopravvivenza, è la morte.

In scena due attori eccezionali e pluripremiati. Carla è Mirjana Karanović, interprete prediletta di Emir Kusturica, Orso d’oro a Berlino e nomination all’Oscar per “Il segreto di Esma”. Helver è il giovanissimo Ermin Bravo, noto al grande pubblico soprattutto per aver recitato a fianco di Angelina Jolie nel film su Sarajevo “In the land of blood and honey”. Diretti da Dino Mustafic, i due rendono il testo di Ljubica Oostojić una riflessione universale sull’incapacità del mondo di accettare le debolezze. Sicuramente è forte e chiara la denuncia contro le ‘pulizie’ di guerra: quella contro gli ebrei (raccontata da Helver), quella contro i ‘diversi’, contro la disabilità, sia essa fisiologica, psicologica o anatomica (nel rastrellamento in atto durante la notte). Ma ben più viscerale è l’accusa all’insensibilità del mondo, sordo di fronte alla fragilità umana.

FIRENZE – Stazione Leopolda, 18 maggio 2014

Lorena Vallieri

LA NOTTE DI HELVER – Kamerni 55 (Sarajevo). Regia: Dino Mustafic; drammaturgia: Ljubica Oostojić; scenografia: Kemal Hrustanović; direttore di scena: Rade Jagličić; produttore: Nusret Ćeman; direttore: Zlatko Topčić; luci: Elvedin Bajraktarević e Nino Brutus; suono: Edin Hajdarević; attrezzisti: Mirsad Imamović, Senad Bešić, Milan Nović; trucco: Jasmina Hadžić; costumi: Ramiza Sarić. In lingua originale con sottotitoli in italiano.
Interpreti: Ermin Bravo, Mirjana Karanović.

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