“7 minuti”: il dramma umano e sociale del lavoro

Al Teatro Goldoni di Firenze undici eccellenti attrici interpretano il testo di Stefano Massini per la regia di Alessandro Gassmann.

Usciti dal Teatro Goldoni di Firenze, dove è appena andato in scena “7 minuti” di Stefano Massini per la regia di Alessandro Gassmann, ci accorgiamo di provare una indefinita quanto istintiva sensazione di ansia accompagnata da qualcosa che potrebbe essere rabbia. Merito della perfetta drammaturgia di Massini, eccellentemente interpretata da undici attrici. Un’ora e mezza di spettacolo che lascia con il fiato sospeso e dove è impossibile non immedesimarsi con le protagoniste, i loro sogni e le loro paure, ma anche con il loro senso di impotenza di fronte a scelte che sembrano non avere soluzione.

massini 2La trama è ispirata a un reale fatto di cronaca accaduto nel gennaio 2012 a un gruppo di operaie tessili di Yssingeaux, nell’Alta Loira, in Francia, che nella finzione teatrale diventa la Picard & Roche. L’azienda è appena stata venduta a una multinazionale e le lavoratrici temono massicci licenziamenti, se non la totale chiusura, come quotidianamente avviene in molte simili realtà europee. Ma inaspettatamente i nuovi proprietari propongono al Consiglio di fabbrica una sola ed unica clausola, all’apparenza insignificante: nessuno perderà il lavoro se verrà accettata una riduzione della pausa di soli 7 minuti. Cosa sono, in fondo, 7 minuti di fronte alla prospettiva del licenziamento? Chiuse nello squallido spogliatoio (ottima scena di Gianluca Amodio) le undici rappresentanti sembrano non avere dubbi. Solo Blanche (Ottavia Piccolo), la portavoce che da trent’anni lavora in quella fabbrica, esita: «Ma se il lavoro lo perdessimo proprio votando sì?». Inizia così una lunga discussione che costringerà le undici donne a fare i conti con sé stesse e con le proprie storie. Ogni affermazione, ogni timore, ogni rabbia e ogni accusa che viene pronunciata in quel confronto è credibile perché corrisponde esattamente a ciò che tutti noi viviamo in prima persona nelle rispettive realtà lavorative. Quelle sottili minacce che ci rendono impotenti e che spesso ci costringono ad accettare piccoli compromessi, ma che ci portano, giorno dopo giorno, alla rinuncia dei nostri diritti, pur di demonizzare la paura della disoccupazione. In questa situazione Blanche incarna la possibilità del riscatto, di far prevalere la giustizia. Essa rappresenta un coraggio che troppo spesso manca.

7Minuti_4Ma il teatro di Massini non è solo una denuncia politica e sociale su temi di attualità come l’emergenza del lavoro, le donne e i diritti, è un teatro che riesce ad approfondire, a svelare, grazie all’abile uso del linguaggio, l’animo umano e i suoi conflitti in una società complessa e multietnica come la nostra. Una drammaturgia universale e che, di necessità, non può che lasciare un finale aperto. Il drammaturgo non può offrirci una soluzione o una facile via d’uscita. Il suo compito è di farci riflettere, di farci vedere un altro possibile punto di vista lasciando a noi e al nostro coraggio il dovere di decidere e di diventare protagonisti attivi.

Firenze – TEATRO GOLDONI, 2 marzo 2015

Lorena Vallieri

7 MINUTIdi Stefano Massini; regia: Alessandro Gassmann; scenografia: Gianluca Amodio; costumi: Lauretta Salvagnin; light designer: Marco Palmieri; musiche originali: Aldo e Pivo De Scalzi; videografie: Marco Schiavoni; produzione: ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Stabile dell’Umbria / Teatro Stabile del Veneto.

Interpreti: Ottavia Piccolo, Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Olga Rossi, Maiga Balkissa, Stefania Ugomari Di Blas, Cecilia Di Giuli, Eleonora Bolla, Vittoria Chiacchiella, Arianna Ancarani, Stella Piccioni.

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