Le opere di Ventoit alla Mondrian Suite di Roma
Dal 5 all’11 ottobre

Dal 5 all’11 ottobre 2024
 
mostra personale
 Ventoit 
“2002”
 
Mondrian Suite
Via dei Volsci 67
Roma – San Lorenzo
vernissage 5 ottobre ore 16.30
orari apertura 16.30-21.30
Direzione artistica a cura di Klaus Mondrian
Dal 5 all’11 ottobre il giovanissimo artista romano espone alla Mondrian Suite le sue opere ispirate alla guerra e alle discriminazioni.
Fabrizio Venturi, in arte Ventoit, è un artista autodidatta contemporaneo. Nasce a Roma nel 2002, dove si diploma al liceo linguistico e realizza la sua formazione artistico-culturale.
Ed è proprio in un ambiente estremamente metropolitano che avvia il suo processo creativo, sia in ambito musicale che in quello pittorico.
L’indole di Fabrizio, curiosa e vitale, lo costringe alla ricerca di risposte a domande tipiche di un individuo cresciuto nell’attuale contesto storico.
Succede, però, che troppo spesso i riscontri non arrivano e la sua richiesta diventa una pretesa, sofferta, adirata e inevitabile.
La sua energica esigenza e il temperamento fortemente sensibile e inquieto, sono la chiave di lettura della sua arte.
Le opere di Ventoit, respirano i colori e la pastosità del Fauvismo.
Il tratto è pesante, ma le forme si mantengono morbide.
I soggetti principali sono animali, cavalli e bestie preistoriche surreali, per lo più.
Decisi ed istintivi, sono i getti che caratterizzano le sue opere i quali, alternati a linee gentili, si amalgamano spontaneamente, creando un’ordine nel caos.
I temi trattati riguardano problematiche moderne, quali la guerra e le discriminazioni.
Ventoit, dunque, si fa testimone della gioventù.
Egli si limita a rappresentare le paure di un’intera generazione, traducendo col linguaggio figurativo, un sentimento di rivalsa nei confronti del “padrone”, alternato a una totale passività fisica e mancanza di ideali concreti.
In un mondo di scontri e conflitti armati, di morte e corruzione, di genocidi e discriminazioni,
La figura umana è sempre più riconducibile a quella di un animale selvatico, a tratti selvaggio, ovvero che non è adatto ad un inserimento nella società.
L’immagine di un animale distorto,  non è altro che una cruda rappresentazione dell’uomo, inteso come essere vivente che osserva, immobile, l’effetto di una sadica esistenza.
Non essendo stato capace di creare una società equilibrata,
la subisce.
Per l’Uomo, artefice di dolore e distruzione, non rimane che un rifugio nei bisogni istintivi e primordiali,
quali amore, sesso e conservazione della specie.
Il cavallo invece è forte, sano, libero e sceglie se e quando essere addomesticato. Rappresenta l’apice della perfezione estetica,
e il suo fisico scultoreo risulta essere un ideale irraggiungibile.
Le bestie, inoltre, hanno le nostre stesse paure, ma una capacità di accettazione, analisi e risoluzione del problema,
migliore.
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