Naturale Sconosciuto di Mariangela Gualtieri: un rito sonoro che conduce sulla soglia dell’esperienza

Con Naturale Sconosciuto, Mariangela Gualtieri, poetessa, drammaturga e fondatrice, con Cesare Ronconi, del Teatro Valdoca, porta in scena una personale e lirica perlustrazione del mistero, quello della creazione e del creato, percepito in tutta la sua ambivalente complessità fatta di terrore ed attrazione, sgomento e conforto, ossessione e puntuale ricerca di equilibrio.

Come la stessa scrittrice racconta nelle note di regia, il suo lavoro intende spingersi alle soglie del visibile, in quelle crepe e in quelle fessure del reale da cui è possibile scrutare, in tutta la sua potenza al contempo tremenda e meravigliosa, qualcosa che pare stare fuori dall’ordinario, dall’intellegibile: «A volte ho l’impressione che noi, senza saperlo, facciamo esperienza per uscire dall’esperienza, per toccare quella soglia».

Nei suoi versi, si avverte una vibrante temperatura panica, un profondissimo ed ancestrale sentimento della natura, un commosso e commovente scoprirsi fibra della fibra dell’universo, alla stregua di ogni animale sbalzato dal nido, alla stregua di tutte le creature viventi, sia di quelle che trovano rifugio nelle tane, sia di quelle che cadono dolenti nelle reti, sia di quelle catturate e poi straziate nelle fiamme: «Per tutto questo conoscere e amare/ eccomi. Per tutto penetrare e accogliere/ eccomi. Per ondeggiare col tutto/ e forse cadere eccomi./ Che ognuno dei semi inghiottiti/ si farà in me fiore/ fino al capogiro del frutto/ lo giuro».

Slancio ecologico e laico francescanesimo si fondono in quest’opera della Gualtieri: l’innegabile attenzione per l’ambiente naturale, infatti, acquista un significato quasi teologico, gli elementi naturali, la sorte degli animali e quella degli esseri umani, suggeriscono alla poetessa la possibilità di cogliere qualcosa di più grande e superiore oltre la realtà empirica, un segreto “divino” e imperscrutabile, «lo spettro luminoso della gioia» che splende perfino sopra i rumorosissimi bar delle metropoli contemporanee.

Infine, è necessario ricordare che Naturale Sconosciuto non è una messinscena “tradizionale” ma un rito sonoro che risponde coerentemente ad un preciso progetto poetico e drammaturgico della Gualtieri che, sulla scorta di una lezione cara anche al controverso teatro di Carmelo Bene, intende valorizzare, potenziare e risemantizzare l’aspetto fonico, ritmico e melodico della creazione poetica.

Sala Assoli di Napoli, replica del 5.10.2024

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