Fare teatro è illuminare una scatola nera

Oggi ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Agnese Lorenzini. attrice nota al grande pubblico per la sua partecipazione alla soap “Un posto al sole”, dove interpreta dal 2016 il ruolo di Susanna Picardi. Insieme ad Agnese, diploma all’Accademia d’arte drammatica Cassiopea, abbiamo ripercorso alcuni dei passi salienti della sua giovane carriera e ci siamo soffermati sul suo amore viscerale nei confronti del teatro.

Ciao Agnese, come nasce il tuo amore per la recitazione?
È un amore di lunghissima data. Fin da quando ero bambina ricordo di aver sempre chiesto ai miei genitori di iscrivermi ai laboratori teatrali della scuola. Mi divertivo moltissimo. Poi al liceo che ho frequentato ad Albano Laziale sono stata molto fortunata perché ho trovato un laboratorio di ottima qualità che mi ha fatto innamorare ancora di più della recitazione. Così, dopo una parentesi universitaria, ho deciso di formarmi a tutti gli effetti come attrice ed è diventato un mestiere.

Quale film del passato avresti voluto interpretare?
È difficilissimo sceglierne uno. Ma visto che tra i vari sogni nel cassetto c’è quello di interpretare un film d’azione, direi “Matrix”, che è un film che ho amato moltissimo, soprattutto per la filosofia che c’è dietro. Peccato che poi abbiano girato anche il secondo e il terzo!

Come ti sei sentita appena hai girato la prima puntata di Un posto al sole?
Bene, ero molto contenta, nonostante l’agitazione iniziale (comunque era uno dei primi set per me e con i miei nuovi colleghi avevo scambiato sì e no quattro chiacchiere prima di iniziare a provare e girare). Però è andata alla grande. Ora che ci penso, la cosa curiosa è che lì per lì non avevo idea che il personaggio avrebbe avuto una vita così lunga. O meglio, sapevo perfettamente che in queste lunghe serialità la vita dei personaggi difficilmente è decisa in anticipo. Emotivamente sono scesa a Napoli e sono entrata in quel mondo pensando che sarebbe stata una bella avventura, ma di qualche settimana, forse qualche mese. Poi il tempo passava e ho pian piano realizzato che stava diventando molto più di quello che mi ero immaginata.

Un tuo pregio e un tuo difetto.
La simpatia è il pregio, l’impazienza il difetto.

Secondo te perché in Italia il mestiere dell’attore viene visto con così tanta diffidenza?
Perché ancora non viene riconosciuto come mestiere. Molti credono che siamo delle persone un po’ problematiche che non sanno cosa fare della propria vita, o dei Peter Pan che non vogliono crescere e che non sono in grado di trovarsi un lavoro serio. E la colpa è dei governi che anno dopo anno, invece di nutrire i settori della cultura e dell’istruzione li hanno depauperati.

Il risultato è che la nostra categoria è istituzionalmente confusa, nebbiosa, e la pandemia lo ha dimostrato. Detto ciò, però, gli italiani sono diffidenti solo nei confronti di alcuni attori, di una parte del nostro mondo. E questo perché i media e chi detiene il potere monetario, che è quello che detta a tutti gli effetti le tendenze, hanno veicolato il gusto del pubblico verso standard di intrattenimento superficiali, che portano facile guadagno, a discapito di quel teatro e quel cinema che invece provano ad arricchire veramente, a porre quesiti, a riflettere. Questo mi fa tanta rabbia e anche tanta tristezza.

Con quale grande attore ti piacerebbe girare una scena?
Elio Germano, senza ombra di dubbio. Penso sia uno dei più grandi talenti che abbiamo oggi in Italia. Per me sarebbe un onore lavorare con lui.

Quale è il tuo film preferito?
Il problema è che ne ho troppi! Ho sempre invidiato chi riesce a dirne uno. Per me ogni film preferito rappresenta una fase della mia vita, mi ricorda quando l’ho visto per la prima volta e come mi ha fatto sentire e perché ha avuto un impatto così forte su di me. Nominarne uno soltanto sarebbe cancellare interi pezzi della mia vita. C’è stato “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore, “Un pesce di nome Wanda” di Crichton, poi “Dancer in the dark” di Lars von Trier, “La promessa dell’assassino” di Cronenberg, “Le conseguenze dell’amore” di Sorrentino, e anche “Mystic River” di Clint Eastwood… E mi fermo sennò non finisco più.

La cosa più strana che ti abbia domandato un tuo fan.
Dunque una volta ero a Napoli e un fan mi ha riconosciuta. Ci fermiamo a chiacchierare rapidamente, mi chiede una foto, una dedica, e poi mi domanda “Ma quindi tu fai l’avvocato nella vita?” e io rimango basita, letteralmente. Penso che magari non è sicuro di quale ruolo interpreti nella soap, quindi gli dico che sì, interpreto Susanna, l’avvocato. E lui insiste “eh, quindi fai l’avvocato nella vita?”. E niente, con un po’ di imbarazzo gli ho spiegato che no, faccio l’attrice nella vita, ma interpreto un personaggio che fa l’avvocato.

Progetti che ti vedranno coinvolta in questo 2021.
Per ora ho in cantiere un nuovo spettacolo teatrale con la mia compagnia (Nogu Teatro), e un progetto con una compagnia di teatrodanza (Cie Twain) per la ricorrenza del settecentenario della morte di Dante Alighieri. Tutto questo, ovviamente, nella speranza che prima o poi ci permettano anche di andare in scena con un pubblico vero in carne ed ossa. Nel frattempo continuerò a girare per “Un Posto al Sole”, e inizierò una nuova avventura in una web tv, il Quid Channel, che mi vedrà conduttrice insieme a Valerio Riondino di un programma tutto nostro sul mondo della recitazione.

Quando la sala del teatro è piena, i polmoni dell’attore hanno meno ossigeno. Ma il cuore…
(Nicolae Petrescu Redi)

Valerio Molinaro

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