“Amore che vieni, amore che vai”: Fabrizio De Andrè, le donne e le altre storie

Nella 69esima edizione dell’Estate Fiesolana il progetto – omaggio a Faber al Teatro romano.

Il Festival dell’Estate Fiesolana anche quest’anno ha visto il ritorno di musicisti degni di nota, che in questa 69esima edizione hanno voluto omaggiare la poetica di Fabrizio De André con lo spettacolo “Amore che vieni, amore che vai”, in scena al Teatro romano venerdì 22 luglio. Una serata legata alla memoria, ai mille volti appartenenti al repertorio di Faber, per ricordare i suoi personaggi e la sua musica, tanto simbolici quanto estrosi e singolari, note e storie cariche di ironia, romanticismo, paradossi e lieve cinismo, ma anche testimoni di quell’etica civile ancora presente e mai dimenticata. Sul palco a celebrare le sue canzoni una band collaudata, sommersa da un pubblico infervorato, e capitanata dalla voce magnetica di Cristina Donà, accompagnata da illustri colleghi come Saverio Lanza alle chitarre, Enzo Pietropaoli al basso, Fabrizio Bosso alla tromba, Javier Girotto al sax, Cristiano Calcagnile alla batteria e Rita Marcotulli al pianoforte.

Ad aprire le danze non poteva che essere il brano rappresentativo della serata, “Amore che vieni, amore che vai”, scritto da De André nell’aprile del 1966, decimo 45 giri insieme a “Geordie”, altra ballata storica del cantautore genovese. Gran parte della sua poetica è dedicata alle donne, quelle che amano, che vengono lasciate, quelle che volano e che piangono, tutte icone innocenti di un macrocosmo che spesso non le merita. Insieme a loro è sicuramente l’amore uno dei soggetti più cari a De Andrè, riproposto sotto variate vesti ed originali arrangiamenti nella serata a lui dedicata: da “Bocca di rosa” a “La Canzone di Marinella”, da la “Ballata dell’amore cieco o della vanità” a “Verranno a chiederti del nostro amore”. Altro immancabile capitolo della réunion sonora in scena, uno dei lavori più belli di Faber – “La buona novella” – rievocato con due brani simbolo dell’LP pubblicato nell’autunno del 1970, “Tre madri” e “Ave Maria”. Un’allegoria contro soprusi ed abusi ancora oggi impareggiabile, fatta di voci vive e gente vissuta, rievocata con lirismo e rara umanità.

A diciassette anni dalla scomparsa di quel ‹‹giovane nottambulo, incazzato, mediamente colto, musicomane, sensibile alle vistose infamie di classe, vagheggiatore di ogni miglioramento sociale, e cantore feroce di qualunque cordata politica››, le sue anime salve continuano a popolare i nostri mondi, stavolta grazie alla passione e alla bravura di affezionati musicisti, sempre molto entusiasti e rispettosi di esibirsi in suo onore. Non resta che chiedere il Bis, intonando ancora una volta quelle ‹‹stesse parole d’amore››.

Fiesole – TEATRO ROMANO, 22 luglio 2016.

Mara Marchi

AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI- Voce: Cristina Donà; Batteria e Percussioni: Cristiano Calcagnile; Chitarra: Saverio Lanza; Basso: Enzo Pietropaoli; Sax: Javer Girotto; Tromba: Fabrizio Basso; Pianoforte: Rita Marcotulli.

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