“Andrea Chenier” di grande spessore, per un pubblico disattento

Gli applausi più forti alla prima dell’“Andrea Chénier” al Teatro di San Carlo sono andati all’ultra ottantenne direttore Nello Santi che ha guidato l’Orchestra del Massimo con la solita verve e precisione. Il consenso è arrivato dal pubblico, ma anche dalla stessa Orchestra che ad ogni entrata in buca gli ha tributato un omaggio. L’opera di Umberto Giordano, su libretto di Luigi Illica, era assente dai programmi del San Carlo da ben 29 anni. Questo aveva indotto a pensare ad una grande risposta di pubblico, ma così non è stato. Il Teatro, infatti, non era pieno e durante le tre ore e venti di spettacolo (ma in realtà quasi un’ora va per i cambi di scena) in molti hanno abbandonato la sala. Eppure lo spettacolo è proprio bello. Scene e costumi rispettivamente firmate da Paolo Bregni e Luisa Spinatelli, sfarzosi e curatissimi per una regia accattivante nel suo essere tradizionale di Lamberto Puggeli (scomparso solo nel 2013), ripresa da Salvo Piro.
Lo spettacolo prevede quattro quadri ambientati in maniera inequivocabile nel periodo della rivoluzione francese: il primo al castello di Cogny dove si incontrano per la prima volta il poeta Chénier e la giovane e avvenente Maddalena protagonisti del dramma d”amore; il secondo quadro, invece, è ambientato in una strada di Parigi, un pomeriggio del giugno 1794 in una atmosfera di terrore; il terzo quadro nella prima sezione del Tribunale Rivoluzionario dove Chénier sarà condannato di tramare contro la Patria; e l’ultimo quadro, invece, nel cortile della prigione di San Lazzaro dove i due amanti si rincontreranno e dove Maddalena, prendendo il posto di un’altra donna condannata, deciderà di farsi uccidere insieme con il suo amante: “Viva la morte insiem!”.
A vestire i panni di Chénier Antonello Palombi, sul quale c’era una grandissima attesa non delusa, anche se il tenore a volte appare più impegnato a far sfoggio della voce che ad interpretare il suo personaggio; nel ruolo di Maddalena, il soprano Oksana Dyka, brava anche lei anche se in alcuni momenti troppo attenta agli effetti drammatici; più che convincente la prova del baritono Sergey Murzaev nel ruolo dell’accusatore Carlo Gérard. Di buon livello tutto il cast, numerosissimo. Ottima la prova dell’Orchestra, buona quella del Coro. Impeccabili i Solisti del Corpo di Ballo e degli allievi della Scuola.
Repliche fino al 29 gennaio. Il 24 e il 28 sarà in scena il secondo cast: SUNG Kyu Park vestirà i panni di Andrea Chénier, Anna Pirozzi quelli di Maddalena; Gabriele Viviani sarà Gérard.
Il 23 serata speciale (andata esaurita in poche ore) alla presenza de console francese per promuovere la cultura ed opporla alla violenza.

Raffaella Tramontano

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