“Ballata di uomini e cani”, Marco Paolini e il suo soul narrativo

Al Teatro Puccini un viaggiatore errante dalla fervida immaginazione ispirato a Jack London.

Firenze ospita in due repliche consecutive il nuovo lavoro di Marco Paolini, “Ballata di uomini e cani”, al Teatro Puccini il 4 e il 5 febbraio. Un tributo allo scrittore statunitense Jack London, autore di storie appassionanti dalla sconfinata produzione letteraria, parte del nostro immaginario collettivo fin dall’infanzia. Uno stile solido e violento il suo, entusiasta sostenitore del progresso, impetuoso ambientalista ed energico nell’espressione delle proprie idee politiche e sociali, con una visione straordinariamente romantica della lotta di classe. Marco Paolini dà voce ai suoi racconti, con parole e musica, amalgamando sottoforma di antologia musicale versi, intonazioni e gesta. Con lui sul palco tre musicisti impareggiabili, definiti la nuova ‘Jack London Sinfony Band’, Lorenzo Monguzzi (chitarra e voce), Angelo Baselli (clarinetto), Gianluca Casadei (banjo e voce).

“Ballata di uomini e cani” si compone di tre episodi: Macchia, Bastardo e Preparare un fuoco. Tutte storie del grande Nord, dei boschi innevati, dei rifugi alpini e dei ghiacciai tipici delle ambientazioni di London, romanzate in una nuova ed avvincente drammaturgia, dal ritmo vocale vorticoso ed ammaliante, che da sempre contraddistingue il marchio Paolini. Ecco che il Teatro Puccini diventa la nuova location scenografica per omaggiare i protagonisti bipedi, ricostruendone la personalità di ognuno, spesso in violento contrasto con quella dei padroni quadrupedi. Ne sono esemplari dimostrazioni Macchia e Bastardo, animali di spiccata furbizia il primo, di possente prestanza fisica il secondo. Entrambi straordinariamente perspicaci nell’evitare di chinare la testa davanti ai rispettivi proprietari.

Fedele allo spirito di London, anche il lavoro di Paolini mette l’accento sulla lotta perenne che quotidianamente pratichiamo per conquistare un’amara sopravvivenza. La società umana, come il mondo londiniano, tenta di resistere alla forza della natura che incessante completa il suo flusso. Solo l’astuzia e l’abilità di ognuno consentiranno di prevalere, la sofferenza che siamo disposti ad accollarci decreterà una qualche differenziazione. Una visione apparentemente catastrofica della realtà, dove pare essere destinati a soccombere, perché troppo difficile sottrarsi agli imprevedibili agguati della vita. Ma seppur difficile da decifrare, Paolini come London, ci mostra un lato positivo, una flebile rassicurazione, che sta nel coraggio personale di azzardare, perché non esistono vinti o falliti, nella diversità siamo tutti sullo stesso piano. Uomini e cani, meticci e bastardi, indiani e bianchi che siano, le regole da giocare, seppur feroci e brutali, sono le medesime. Tirando le somme, gli aghi della bilancia dalla nostra parte saranno forza fisica ed intellettuale, «E quando l’oro della posta avrai dissipato al tavolo da gioco non dire guardandoti le vuote mani aperte – Nulla è rimasto –  Hai giocato e perduto. Questo è rimasto!».

Firenze – TEATRO PUCCINI, 4 febbraio 2016

Mara Marchi

BALLATA DI UOMINI E CANIRegia: Marco Paolini; Musiche originali: Lorenzo Monguzzi, Angelo Baselli, Gianluca Casadei; Sceneggiatura: Marco Paolini; Interpreti: Marco Paolini.

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