Virgilio Sieni al Teatro della Pergola con un viaggio nel mondo primordiale.
Va in scena, nel fiorentino Teatro della Pergola, un nuovo lavoro di Virgilio Sieni, coreografia contemporanea ispirata al “Cantico dei Cantici”. Lo spettacolo si inserisce nell’ambito del Festival “Democrazia del Corpo”, che avrà luogo in diversi teatri e spazi teatrali di Firenze tra 8 ottobre e 30 dicembre 2016. Sei danzatori, un cerchio di luce e un suono misterioso fanno del palcoscenico il loro accampamento nomade, dove si svolgono rituali arcaici al ritmo della natura.
“Corpi che si definiscono attraverso il bagliore della luce che sempre si muove tra notturno e penombra”: le parole del coreografo Sieni rendono l’idea della sua creazione artistica che realmente gioca fra luce e buio, confondendo il senso della vista. Anche l’udito viene stimolato e insieme turbato con il rumore di quello che scopriremo essere un contrabbasso: un suono distorto, uno strumento musicale conosciuto passo passo, sperimentato e suonato come se fosse in balia non di un esperto musicista, ma di un profano; eppure un’aurea sacra veglia sul palcoscenico della Pergola. Il pubblico assaggia la magia: si siede dietro il sipario, in quel luogo dove l’arte si mostra al suo stadio compiuto, dove il sudore scorre su corpi animati da un fuoco interiore. Dal buio, una vibrazione, pian piano sempre più percepibile ai timpani umani, lentamente si fa suono; è la voce della natura primordiale che conosciamo, o meglio riconosciamo, poiché seme delle nostre origini.
Il “Cantico dei Cantici” è un testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana: trascende le differenze che le religioni moderne, prendendo ognuna la propria strada, hanno rimarcato. Attribuito al saggio re Salomone, è uno degli ultimi testi accolti nella Bibbia, essendo stato scritto non prima del IV secolo a.C. Gli otto capitoli del Cantico sono rispettati dalla messinscena di Sieni, soprattutto in quanto dialogo uomo-donna. Sei danzatori, tre uomini e tre donne, si pongono in condizioni paritarie: come vuole il dialogo, uomo e donna si confrontano senza che l’una soccomba all’altro; siamo in una dimensione che non ha ancora conosciuto differenze di genere o di classe. L’uomo è sia maschio che femmina, l’uomo è semplicemente una specie col proprio bagaglio biologico-anatomico e comportamentale-istintivo. L’unica differenza tra uomo e donna è la presenza/assenza del seno femminile.
I costumi di scena sono essenziali: pantaloni color sottobosco, dello stesso tono cromatico che la nostra immaginazione potrebbe attribuire alla colonna sonora del contrabbasso; la parte superiore dei corpi è scoperta, i busti sono nudi come tronchi d’albero caleidoscopici che non hanno radici, o forse le hanno in una delle due possibili chiome, quella dei pantaloni verdi e quella dei capelli spettinati dei danzatori. Un costume apparentemente già visto e scontato si fa quasi invisibile e, spogliandosi da mode e bei vestiti, rievoca sensazioni che rimandano all’essenza della specie umana.
L’amore del Cantico non conosce forme standardizzate, né distinzioni di sesso. La giungla di Sieni è dominata da suoni non già temperati e domati dalle regole musicali ma portati ai loro eccessi esasperati, dolorosi alle nostre orecchie, a tratti sofferenti e spaventosi e a tratti tenui e dolci: ricordano i silenzi delle notti selvagge. La gabbia di luce che, all’inizio dello spettacolo, appariva opprimente, non sembra poi frutto di una natura così crudele: i sei protagonisti sono liberi di mostrarsi e celarsi, mentre nella giungla contemporanea le città perennemente illuminate non danno modo all’uomo di nascondersi, se non presentandosi sotto false sembianze.
Niente da dire sulla danza contemporanea di Sieni, il cui corpo di ballo esprime con lo sguardo e con le membra ogni singola sensazione che emerge dall’insieme. I corpi parlano dove le parole non hanno ancora una propria esistenza.
Firenze – TEATRO DELLA PERGOLA, 11 ottobre 2016.
Benedetta Colasanti
CANTICO DEI CANTICI – Coreografia, regia, scena: Virgilio Sieni; interpreti: Claudia Caldararo, Luna Cenere, Riccardo de Simone, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu, Davide Valrosso; musiche originali eseguite dal vivo: Daniele Roccato; luci: Mattia Bagnoli; costumi: Elena Bianchini e Virgilio Sieni; produzione: Festival Aperto, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Compagnia Virgilio Sieni; la compagnia è sostenuta da: Mibact, Regione Toscana, Comune di Firenze; si ringrazia: Niccolò Manetti.