Caserta, con Roberto Azzurro e Gea Martire
nei meandri inquietanti dell’autodafé

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Elias Canetti visse molto (quasi 90 anni), scrisse pochissimo e malgrado ciò si è imposto come uno dei punti di riferimenti più autorevoli della cultura mitteleuropea. Il suo unico romanzo, “Die Blendung”, è lo spunto della nuova sfida artistica di Roberto Azzurro, al Teatro Civico 14 di Caserta. “Primo movimento verso l’autodafè” mette in scena un sociopatico di mezza età, interpretato dallo stesso Azzurro, che lascia irrompere nel proprio “sancta sanctorum”, la biblioteca, una governante, cui da voce e volto Gea Martire, destinata a fagocitarne la vita, e le radicate abitudini.

La messa in scena, anzi la partitura, per citare il titolo dagli echi musicali, è frammentata in vari momenti, di narrazione e dialoghi, e su tutto aleggia, come un incantesimo, la polvere della claustrofobica biblioteca e l’aria di rivoluzione che bussava alle porte nell’epoca d’ambientazione del romanzo del letterato bulgaro: la tensione tagliente del testo (e del sottotesto) è spendidamente resa dagli sguardi e dalle secche parole degli interpreti, ancora una volta eccellenti per originalità e spericolato divertimento. Roberto Azzurro disegna una regia rigorosa e quasi matematica, lasciando a Gea Martire il compito di spettinare l’insieme, con la consueta travolgente energia. La musica non manca, ma anche quando sembra pimpante assomiglia a una straniante danza macabra, soprattutto nei riverberi in cui sfuma. Sono questi gli echi che rimangono impressi di uno spettacolo che resta nelle retine degli occhi (belli e funzionali i costumi) e soprattutto nella mente.

                                                                                                                                             Caserta, 1 aprile 2014

Antonio Mocciola

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