Che sia HERETICO? Dopo questo apparente nulla.

Dissacrante, ironico, impietoso, visionario, illusorio, crudo, e ancora, ancora …quanto ancora dovrà accadere affinchè il buio delle religioni ci attanagli e oscuri la verità, la realtà celata dietro dogmi e dettami inviolabili?

Uno spettacolo dissacrante e vivace che trascina il pubblico attraverso sette capitoli: storie si intrecciano, personaggi reali e illusori conducono nelle proprie vite, vite offuscate, bruciate, uccise e violate dalla religione, dal nome di Dio, di questo Dio “buono e giusto” .

Un Dio voluttuoso e opulento che indossa le vesti di una madonna illuminata, che inneggia come matrona assoluta, una madonna implacabile, impassibile, che brilla di luce artificiale. Robotica, beffarda, profumata di incenso, olezzo inebriante che tutto offusca e tutto nasconde. Madonna inneggiata nei festeggiamenti che rinnega la spiritualità cedendo ai fuochi profani.

Un Dio che priva dei sogni, che vieta la leggerezza, che rifiuta l’amore in nome di una famiglia, di un valore assoluto che non conosce possibilità, opportunità, che implacabile spegne i desideri per tingersi di morte.

Un Dio che non ammette il libero pensiero, che sopprime la passione tinta di genialità, che danna artisti e poeti, che afflige il Genio calato nelle membra di questi. Dio che brucia al rogo un suo figlio (Giordano Bruno) sotto gli occhi di un bianconiglio inquisitore e di un cardinale dall’aspetto fumettistico, porporato che trascina la lunga sua veste, scia di sangue, ignoranza e oppressione. Dio la cui strada è segnata da dolore e violenza, da una falsa tolleranza che si cela dietro un crocifisso desiderato , osannato e al tempo stesso rifiutato.

Un Dio della “parola”, parola di pace e tolleranza che a leggerla bene mostra violenza e martirio, inneggia a stragi e azioni brutali. Dio che proclama uguaglianza, tolleranza, generosità, principi di un mondo senza discriminazioni – possibile solo senza religione.

Un Dio che protegge i suoi adepti malfattori, violentatori di bambini, di indifese anime accolte al servizio di Dio, o di chi per Lui.

E mentre la Fede, rossa palla su tutto aleggia e tutto comanda, quanto ancora bisognerà aspettare affinchè ci si accorga che “la realtà è tutto ciò che è”?

Quanto sarà necessario patire prima che l’uomo prenda coscienza dell’essere una nuda scimmia?

A Perinelli il merito di aver scritto e interpretato uno spettacolo unico e complesso, d’aver al suo fianco la dirompente bravura di Claudia Marsicano: una presenza scenica senza uguali, una voce che modula come strumento, che ride e spiazza, che domina dialetti e lingue straniere, donna che trafigge con un ghigno degli occhi e delle labbra.

La delicatezza di Elisa Capecchi si impossessa della scena con la sua danza, con il suo gioco incerto e fanciullesco, di chi proprio non vuol comprendere i misteri che la rossa palla della fede muove e governa.

Sarcastico Daniele Turconi ci dona una presenza composta, interpretazioni di personaggi imbarazzati, di coloro i quali non hanno la sicurezza del proprio esistere, burattini che si muovono governati da leggi estranee seppur radicate e inviolate.

Il tutto è avvolto dalle preziose musiche di Massimiliano Setti, musiche che accompagnano, disegnano, si muovono e parlano insieme con i personaggi, musiche che vivono.

Uno spettacolo da cui qualcuno uscirà pensieroso, qualcuno alleggerito, qualcun altro confuso, in molti avranno riso, pochi avranno tutto compreso, ma ognuno saprà di aver Sentito.

Roma, Teatro India, 8 novembre 2017

Elena Grimaldi

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