“Come il vento”, il lungo addio di Armida Miserere

come-il-vento2_301641L’emozione si tagliava a fette al cinema Pacifico di Sulmona per la soirée dedicata al film di Marco Simon Puccioni, “Come il vento”. Il motivo principale, è inutile negarlo, era il fatto che proprio la cittadina ovidiana è stata il set delle ultime scene del film, quelle in cui la direttrice carceraria Armida Miserere trova volontaria morte al termine di dolore mai assorbito. E tutta la comunità sulmonese ha così ricordato la storia vera di questa donna forte e fragile, in un mondo di uomini, alle prese con i grovigli della giustizia e della criminalità. “Due tragedie in una”: così ironizzava sul suo strano nome la direttrice, cui da’ volto e voce Valeria Golino. Un colpo di pistola la priva dell’amatissimo compagno, l’educatore Umberto Mormile, interpretato da Filippo Timi, e lei non si da’ pace, lasciandosi trasferire da una struttura all’altra, perdendo di anno in anno l’umanità e la disponibilità che la resero nota. Scoperti i mandanti dell’omicidio, la Miserere trova breve requie, fino all’epilogo finale, proprio a Sulmona, durante il Venerdì Santo.

Il film restituisce tutto intero il pathos di una vicenda che presenta ancora molti lati oscuri, avviluppata negli omertosi silenzi di un sistema non facilmente districabile. E non prende, giustamente, posizioni nette. Ma l’eccezionale performance dell’attrice partenopea calamita un’enorme adesione da parte dello spettatore, e la livida fotografia di Gherardo Gossi le da’ i giusti toni ambientali. Il lavoro è lungo, e scandito in precisa cronologia, ma non stanca mai. Ogni tappa sembra una via crucis, e al posto delle stazioni ci sono le carceri, in cui si dimenano colpevoli e presunti innocenti, nella stessa, identica, rabbia e mestizia. Se la Golino non sbaglia un colpo, i suoi colleghi forniscono prove disuguali, rischiando di alterare l’altissimo tono del film. Bravo Francesco Scianna, sciupata Chiara Caselli, bellissime le musiche di Himebayashi. Ci si commuove, e i lunghi applausi riservati al film e al regista, presente in sala, sono l’apoteosi di una serata di fortissima emotività, un vero colpo al cuore che il Festival del Cinema di Sulmona, giunto al 31° anno, ha riservato ai propri spettatori.
Sulmona, 19 dicembre 2013
Antonio Mocciola
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