“Delitto per delitto”: mai fidarsi degli sconosciuti

Kimera Teatro presenta l’adattamento teatrale del film di Hitchcock “L’altro uomo” al Teatro Le Laudi.

Quante volte ci è capitato di incontrare una persona invadente sul treno che magari, per uscire dalla sua solitudine, vuole attaccar bottone ad ogni costo e finisce per impicciarsi degli affari nostri. Noi, se in principio ci siamo infastiditi, poi cediamo e glielo lasciamo fare pensando che in fondo non c’è nulla di male. Tanto quella persona non la rivedremo mai più. Dopo aver assistito allo spettacolo “Delitto per delitto” di Kimera Teatro, in programmazione al Teatro Le Laudi fino al 23 novembre, ce ne guarderemo bene dall’assecondare ancora questi sconosciuti: Paolo Santangelo e il suo gruppo di attori, infatti, torna in scena con un thriller che, come è nel loro stile, si sviluppa in un crescendo di tensione e suspense.

All’inizio dello spettacolo, infatti, tutto sembra tranquillo. I due protagonisti si ritrovano seduti vicini in treno e si scambiano qualche confidenza. L’architetto Haines, composto e riservato, non prende neanche sul serio le parole bizzarre dello sconosciuto, mai si aspetterebbe che di fronte a lui c’è un uomo disturbato che gli renderà la vita impossibile. Eppure poco dopo il loro strano incontro viene compiuto il primo omicidio. Non è necessario qui svelare l’intrigante trama, tratta dal romanzo di Patricia Highsmith e apprezzata da Alfred Hitchcock che ne fece un film nel 1951 (“Strangers on a Train”, in italiano “L’altro uomo”) rispetto al quale, comunque, lo spettacolo (adattamento teatrale di Biagio Proietti) presenta delle variazioni, quanto invece è interessante osservare la messinscena di Santangelo che lascia tutti i personaggi in scena sullo sfondo e divide lo spazio in diversi luoghi deputati. Gli eventi, infatti, hanno bisogno di essere guardati contemporaneamente da prospettive diverse e necessitano di un andamento sempre più incalzante; le vicende dei personaggi, inevitabilmente, si incrociano fino a confondersi. In questo modo la regia teatrale assume alcuni caratteri di quella cinematografica in cui la macchina da presa passa da un luogo all’altro repentinamente come a “spiare” i personaggi.

Efficace e inquietante Marco Contè nei panni di Charles Bruno: apparentemente affabile si rivela sin da subito un soggetto instabile nel suo rapporto ambiguo con la madre e conflittuale con il padre. Ma il profilo dello psicopatico si definisce solo dopo quando diventa maniacale ed emerge la sua irascibilità, ma anche la sua immensa fragilità. Ottimo compagno di scena Mario Modeo, nei panni della vittima Guy Haines, il quale disperato cede ai ricatti e entra a far parte del gioco perverso di Bruno, come se non avesse alcuna scelta; anche lui è vittima delle sue debolezze. Sebbene la storia ruoti intorno a questi due personaggi non sono da meno gli altri attori in scena, come l’elegante e intensa Eleonora Cappelletti e l’estrosa e autorevole Laura Martelli; meno convincenti Moreno Pini nei panni dell’addetto alla sicurezza e “investigatore” del caso e Stefano Algerini, mentre Paolo Santangelo, dedicatosi a un’accurata regia, si limita a una piccola comparsa. Il risultato di questo buon lavoro di squadra è un dramma psicologico che – come suggerisce il programma di sala – «tiene inchiodati alla poltrona».

Firenze –TEATRO LE LAUDI, 15 novembre 2014 

Mariagiovanna Grifi 

DELITTO PER DELITTO – tratto dal film di Alfred Hitchcock; Adattamento: Biagio Proietti; Regia: Paolo Santangelo; Interpreti: Marco Contè, Mario Modeo, Eleonora Cappelletti, Laura Martelli, Moreno Pini, Stefano Algerini, Paolo Santangelo; Compagnia: Kimera Teatro.

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