Dosvidania, Nina! Un viaggio nel tempo, con occhi nuovi

Proust diceva “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”

Questo è quello che ha fatto Claudio Facchinelli, quando ha deciso di intraprendere questo viaggio di scoperta, non cercare nuove terre inesplorate, ma tornare indietro nel tempo per saperne di più sulla breve ed intensa vita della baronessa russa Anna Jakovlevna Sluckaja detta Nina, morta all’età di 25 anni a Venezia.

Imbattutosi per puro caso nella tomba della ragazza, deceduta il 29 gennaio 1886, leggendo quel breve epitaffio scritto in italiano, notando il messaggio romantico e struggente inciso in lingua russa, “Dosvidania, Nina”, con un evidente errore al suo interno, Facchinelli vuole volerne sapere di più.

Decide di avventurarsi in questo viaggio nel tempo, tra biblioteche, archivi e catasti, consultando manuali pieni di polvere e documenti poco leggibili,  alla scoperta di quante più notizie possibili per capire chi era Nina.

Vuole ridare vita a questo nome inciso su una tomba e non lasciare che la sua memoria cada nell’oblio, non lasciando traccia né ricordo, non voleva che accadesse quello che <<Anton Pavlovič  fa dire ad Andrej nel quarto atto delle Tre sorelle, “mangiano, bevono, dormono, poi muoiono…” senza lasciare una traccia, né un ricordo.>> A muovere ancor di più questo sentimento di scoperta c’è la convinzione che anche Anton Pavlovic Čechov, in tempi molti diversi si fosse imbattuto nella stessa tomba, e mosso da sentimenti di affetto aveva deciso che il miglior modo per onorare la memoria di Nina era farla rivivere “donandole” un personaggio, “la figlia di un generale, di nome Nina, nelle opere Il gabbiano e Tre sorelle.”

Una paziente ricerca durata quasi tre anni, da vita ad una narrazione avvincente.

Più si procede nella lettura si viene presto coinvolti nella ricerca spasmodica dell’autore di quante più informazioni sulla vita della giovane baronessa, ci si affeziona a Nina e di lei, si vogliono sapere e scoprire quante più cose possibili.

Facchinelli, ammalia raccontando le sue disavventure come un innamorato che ripercorre la strada dei ricordi degli amori di gioventù, alternando in un equilibrio perfetto aneddoti reali e fantasiosi avvenimenti.

 Giuliana Pollastro

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