È soltanto una “Sciuquè-zza”!

Quattro sedie, quattro amici, un abito da sposa, un’amica. Cinque ragazzi.

Cinque giovani che insieme giocano. Giocano e crescono, giocano e si innamorano, giocano, si ubriacano, si sposano, si abbracciano.

Una vita insieme, spensierata come un ludico evolversi fra pomeriggi, serate infinite, le canzoni, l’ingenuo crescere in una realtà giocosa.

È un sud vitale e pieno di sole, un sud che si affaccia in scena con la forza del dialetto pugliese che Ivano Picciallo utilizza quasi esclusivamente per dar voce ai suoi “amici”, a questi compagni di giochi ed esperienze.

Il regista ci offre uno spettacolo allegro, dove la risata sgorga genuina, pura come quella di un bambino, per diventare commossa e nostalgica: l’adolescenza, i primi amori, le feste, e così si cresce, fra un cambio di costume e l’altro. Si cresce mentre la spontaneità si imbriglia in abiti formali e un’andatura impacciata su tacchi alti. Si cresce, i giochi mutano senza nemmeno il tempo di accorgersi che qualcosa sta cambiando.

Un ridere ossessivo, disperato. Ironia di un diventar adulti che travolge la genuinità, che tramuta il gioco in padrone, in solitudine e disperazione.

La leva della slot machine si abbassa compulsiva, un nuovo lancio una nuova perdita: amici, figlie, moglie, vita… “tanto è solo un gioco”.

Buona l’idea, garbata la messa in scena, bravi gli interpreti: armoniosi e complici, coinvolgenti, a tratti un po’ affaticati.

Piacevole la scelta musicale, densa di amarcord.

Un’ora di tempo per tornare alla voglia di giocare senza giocarsela.

 

Roma, teatro Gazometro, 17 settembre 2016

                         Elena Grimaldi

A SCIUQUE’
Regia di Ivano Picciallo

con
Adelaide Di Bitonto
Giuseppe Innocente
Igor Petrotto
Ivano Picciallo
Francesco Zaccaro

Aiuto regia: Ludovica Bei
Scene e costumi: Lorena Curti
Disegno Luci: Fabio Durastante

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