Emilio Solfrizzi e i sogni di nobiltà in scena con “Il borghese gentiluomo”

Al Teatro della Pergola la comédie-ballet di Armando Pugliese.

Armando Pugliese, con la produzione Roberto Toni per ErreTiTeatro30, mette in scena al Teatro della Pergola, con la partecipazione di Emilio Solfrizzi, “Il borghese gentiluomo”, la commedia del drammaturgo francese Molière scritta nel 1670 e riadattata e tradotta nella versione italiana da Annarosa Pedol. Rappresentata per la prima volta alla corte di Luigi XIV il 14 ottobre del 1670, con le musiche di Jean-Baptiste Lully e le coreografie di Pierre Beauchamp, la pièce mette in scena le vicende di una coppia borghese burlescamente imitata dai domestici al loro servizio, in un gioco di satira battente contro l’inadeguata e goffa aspirazione alla nobiltà.

Una trama semplice e lineare quella del “Borghese gentiluomo”, interpretato da uno spassoso Emilio Solfrizzi, che racconta le sorti di Monsieur Jourdain, uomo poco dotato di astuzia e disposto a tutto, perfino ridursi al ridicolo, pur di diventare nobile ed ottenere un titolo. Ma i sogni rivelano ben presto un prezzo da pagare, costringendo Jourdain a circondarsi di adulatori e scrocconi, che lo raggirano assecondando i suoi deliri per ricavarne un guadagno. Tra questi personaggi sono tanti i furfanti che si alternano, come gli svariati maestri d’arte, che predicano il loro talento come una scienza, e che scroccano a Jourdain i quattrini necessari per renderlo degno gentiluomo. L’unica ad ammonirlo e metterlo in guardia rispetto alle sue nuove amicizie, che hanno ridotto la loro dimora ad un chiassoso carnevale, è Madame Jourdain, umoristicamente ritratta da Anita Bartolucci che con la sua verve ammaliante regala a tutti perle di buonsenso.

Un lavoro registico interessante, che rimane fedele alla farsa turbolenta e colorata, tipica del teatro comico di Molière, e che ripropone, per certi versi, la stessa tradizione: le figure femminili sembrano avere un ruolo più incisivo di quelle maschili. Come il Malato Immaginario, l’Avaro, il Tartufo, anche questo borghese che brama di diventare gentiluomo, è l’ennesimo archetipo del nuovo ricco, dell’ambizione fatta a persona. Alla fine della vicenda continuerà ad illudersi di comprare col denaro tutti quei riconoscimenti che non avrà mai, se non l’onorificenza di Mammalucco. Ma pur rimanendo intrappolato nella beffa architettata intorno a lui, il nostro borghese sembra rimanerne incosciente ed anche appagato. Una verità scomoda, che vuole mostrare come, di fronte ai sentimenti, sia i ricchi che i poveri si comportino allo stesso modo, seppur provando a rincorrere quel desiderio di emancipazione, credendo nell’inaudito.

Firenze – TEATRO DELLA PERGOLA, 1 febbraio 2017.

Mara Marchi

IL BORGHESE GENTILUOMORegia: Armando Pugliese; Assistente alla regia: Norma Martelli; Produzione: ErreTiTeatro30; Coreografia: Aurelio Gatti; Scenografia: Andrea Taddei; Costumi: Sandra Cardini; Assistente costumista: Alice Rinaldi; Luci: Gaetano La Mela; Musiche: Antonio Sinagra; Interpreti: Emilio Solfrizzi, Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Nico Di Crescenzo, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta.

Foto: Mario D’Angelo

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