Fabbrica Europa: presentata la XXI edizione del festival

Artisti internazionali di teatro, danza e arti visive si confrontano sul tema della resistenza dall’8 maggio al 28 giugno 2014.

_ As if to nothing_Sang Jijia-CCDC_ -®RingoCHANPresentata all’Istituto Francese di Firenze la XXI edizione del festival interculturale Fabbrica Europa, occasione attesissima in Toscana per vedere confrontarsi sulla contemporaneità artisti provenienti da diverse nazioni, che usano linguaggi diversi per esprimere le stesse emergenze culturali. Quest’anno si apre una riflessione sulla «condizione umana» e sulla «memoria contemporanea», toccando i concetti di identità, comunità e alterità attraverso la creazione artistica. Il programma è come al solito fittissimo e partendo dallo spazio della Stazione Leopolda si dipana in altri luoghi della città (e non solo), tra cui il Teatro Cantiere Florida, il Cango Cantieri Goldonetta, il Nuovo Teatro dell’Opera, il Teatro Goldoni, ma anche l’ex Chiesa San Carlo dei Barnabiti, le ex Murate e il Teatro Era di Pontedera.

10. Il Gabbiano _ Teatro Nazionale SerboManifesto del festival è la resistenza, ecco perché uno sguardo particolare è stato posto sulla scena teatrale dell’area dei Balcani, ex Jugoslavia, proprio dopo 20 anni dall’assedio di Sarajevo. Quattro gli appuntamenti, con produzioni innovative in prima nazionale: l’allestimento de “Il Gabbiano” di Cechov a cura del Teatro Nazionale Serbo di Novi Sad per la regia di Tomi Janežič (definito «il Peter Brook slavo», «l’autore dell’opera perfetta», «un Mozart del teatro contemporaneo»), frutto del processo creativo di ben 30 persone, tra attori e tecnici, in scena per oltre 6 ore; il tema dell’amore/odio verso il teatro è affrontato nel progetto del drammaturgo/regista Oliver Frljić (da qualcuno definito «la Sarah Kane dei Balcani»), “Maledetto sia il traditore della sua patria!” è uno spettacolo aspro e inquietante messo in scena dalla compagnia slovana Slovensko Mladinsko Gledališče (Lubiana) che utilizza i traumi bellici e politici per porre domande universali su libertà, responsabilità, tolleranza e stereotipi; segue “La notte di Helver” diretto da Dino Mustafic del gruppo Kamerni 55 (in scena quasi ogni giorno nel periodo in cui Sarajevo era sotto assedio), spaccato sul comportamento umano quando si esauriscono le possibilità di fuga e non rimane via di scampo, con due protagonisti straordinari e pluripremiati quali Mirjana Karanović (interprete prediletta di Emir Kusturica) ed Ermin Bravo (attore di teatro e cinema); infine l’opera russa “Diario di un pazzo” di Gogol viene rivisitata dal regista rumeno Felix Alexa, il quale porta in scena un dialogo tra musica e personaggio con l’attore Marius Manole nel ruolo di one-man show e il virtuoso del violino Alexander Balanescu.

_ Alexander Balanescu e Marius Manole _ Diario di un pazzo -®MARIA STEFANESCUConfermando il suo impegno pluriennale nella promozione e visibilità di artisti della ricerca coreografica e della danza internazionale contemporanea, Fabbrica Europa offre una ricchissima scelta di performance, alcune delle quali realizzate nell’incontro di più forme creative. È il caso del progetto di danza e arte “Fate presto” di Massimo Barzagli insieme a Luisa Cortesi e Marina Giovannini (tre moduli presentati in tre serate diverse in una formula addizionale, ossia ogni sera se ne aggiunge uno), o della proposta “Home” della danzatrice Louise Vanneste insieme allo scultore Arnaud Gerniers e al compositore Cédric Dambrain, o ancora della co-produzione italo-armena National Centre of Aesthetics, Small Theater e Versiliadanza di “7th Sense” (7 quadri di danza e immagini video in un dialogo musicale e ritmico ispirato al “Libro della Lamentazione” di Nareghatsi, poeta, musicista, filosofo armeno del X secolo).

Molti gli eventi in prima nazionale o assoluta come “As If To Nothing” del pluripremiato coreografo tibetano Sang Jijia, in coproduzione con il 77° Maggio Musicale Fiorentino e interpretato dalla City Contemporary Dance Company (CCDC) di Hong Kong (gioco di prospettive multiple creato sia dai corpi danzanti che da proiezioni video che distorcono le immagini), “Violet” dell’americana Meg Stuart (con cinque danzatori in un turbinio di forme energetiche e sculture cinetiche accompagnate dalla musica elettronica e dalle percussioni live di Brendan Dougherty), “Singspiele” della francese Maguy Marin (interpretata da David Mambouch, tra declinazione del corpo e ricerca gestuale), “Enter Lady Macbeth” della Compagnia Simona Bucci in scena alla Ex Chiesa San Carlo dei Barnabiti (luogo che ospita anche “A+E” di Samuele Cardini e Monica Baroni, spettacolo che riporta in un tempo non definito un Adamo e un’Eva simbolo della dualità/unità degli opposti).

-1-. VIOLET _ Meg Stuart _ -®Tine DeclerckUno spazio nuovo per questo ventunesimo anno è Le Murate dove verrà allestita la coreografia dell’israeliana Yasmeen Godder dal titolo “Gut Gift”, versione “site specific” creata e interpretata da Francesca Foscarini. Nello stesso luogo verranno anche organizzati diversi incontri con gli artisti coinvolti nel festival. Da segnalare, inoltre, l’installazione a cura di Sergio Risaliti e concepita da Marco Bagnoli “AttoRitratto. Opera scenica”: una sorta di viaggio spirituale verso l’alto rappresentato da nove sculture monumentali (realizzate in tre decenni con materiali diversi) che vanno a formare una mongolfiera e che verranno lette insieme a proiezioni video e versi poetici musicati. Previsto anche un party, ovvero una serata danzante che ospiterà una selezionata scelta di nuove proposte musicali: il duo parigino dei Noze, i Celluloid Jam e la Camillocromo Beat Band. Nel mese di giugno, invece, al Teatro Era di Pontedera si esibiranno nove giovani gruppi teatrali (Biancofango, Carrozzeria Orfeo, LeVieDelFool, Lo Sicco/Civilleri, Macelleria Ettore, Ossadiseppia, Scenica Frammenti, Teatro delle Bambole, Teatro dei Venti) con la creazione collettiva “Era della caduta”, un’opera unica frutto di una residenza durante la quale gli artisti hanno lavorato intorno al tema prescelto della “caduta”.

Fabbrica Europa si conferma simbolo di innovazione e ricerca di nuovi spazi creativi, sia fisici che mentali. Affrontare il tema della resistenza in tempo di crisi permette di riflettere trasversalmente, non considerando solo la resistenza sociale e politica, ma ogni forma di sopravvivenza, di necessità, anche di urgenza artistica e culturale. Motivo in più per cui quest’anno il festival si è concentrato sulla condizione umana, scegliendo forme artistiche che parlano di esistenze/resistenze del contemporaneo.

Per visionare il programma dettagliato del festival: http://fabbricaeuropa.net/

Mariagiovanna Grifi

Share the Post:

Leggi anche