“Giocando con Orlando”: la giostra in versi di Baliani e Accorsi

Il regista Marco Baliani e l’attore Stefano Accorsi di nuovo al Teatro della Pergola di Firenze con l’ “Orlando Furioso” dell’Ariosto.

giocando-con-orlandoL’avventura di Marco Baliani e di Stefano Accorsi tra le trame affascinanti dell’opera di Ludovico Ariosto non si è esaurita nello spettacolo messo in scena l’anno scorso al Teatro della Pergola, dal titolo “Furioso Orlando”: i due tornano, infatti, al teatro fiorentino con “Giocando con Orlando”. E il loro è davvero un bel gioco, una giostra di canti e di scherzi, un gioco a due in cui gli attori si scherniscono a vicenda nel narrare “le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese” e sembra che qualche volta recitino “all’improvviso” come gli antichi comici dell’arte, conservando sempre, rigorosamente, la struttura in versi.

Il regista Baliani, infatti, stavolta è in scena a sostituire Nina Savary che nella rappresentazione precedente aveva controbilanciato la presenza di Accorsi, proponendo la prospettiva al femminile delle storie degli eroi del poema ariostesco. Mentre la Savary, musicista e cantante, donava alla scena magia e armonia (come se fosse un folletto dispettoso che duettava con Accorsi), Baliani è più una spalla comica del narratore. Emerge il divertimento con cui i due interpreti trattano le vicende amorose del componimento, questo li rende scattanti e particolarmente graditi al pubblico. Il ruolo assunto dal regista-attore, come egli stesso dichiara, è quello del “fool”: con i suoi interventi ha il compito di alleggerire un racconto che potrebbe risultare faticoso, specie se declamato in versi da un palco. Agile e spontaneo, però, anche Stefano Accorsi che (ma lo aveva dimostrato pienamente nella prima versione) riesce a saltellare sulle strofe ariostesche con eleganza, passionalità e un sano tocco di ironia.

Protagonisti delle vicende sono ancora le due coppie di amanti “furiosi” (Orlando, Angelica, Ruggiero, Bradamante) e il loro incessante rincorrersi; al centro la forza dell’amore che riesce a piegare e rendere sciocchi, o pazzi, anche gli uomini e le donne più valorosi. Lo svolgersi incalzante degli eventi è intervallato dai battibecchi dei due cantastorie, che commentano i fatti con simpatiche digressioni: non manca qualche “caduta in altri canti”, dove compaiono un altro moro (Otello) o un’altra selva (Dante). Si dimostra puntuale e raffinato anche l’adattamento teatrale del testo effettuato da Baliani, in cui la poesia dell’Ariosto è ben amalgamata con le rime aggiunte: un’operazione che era ben riuscita anche nel “Furioso Orlando”. Sullo sfondo le toppe variopinte della prima messinscena sono state sostituite da grandi destrieri, anch’essi di vari colori (di Mimmo Paladino): doppio riferimento alla giostra dei cavalieri e a quella tanto amata dai bambini. La scena, per il resto, è quasi vuota. È la parola a invadere il palcoscenico e a diffondersi in tutto il teatro. Una parola viva, dinamica, dirompente. È un inno all’amore e alla poesia, che si conclude con l’invito alla lettura di questo grande poema, che del sentimento universale canta la follia.

Firenze – TEATRO DELLA PERGOLA, 21 novembre 2013

Mariagiovanna Grifi

GIOCANDO CON ORLANDO                  Regia: Marco Baliani; Autore: Ludovico Arioso; Adattamento teatrale: Marco Baliani; Interpreti: Stefano Accorsi, Marco Baliani; Scene Mimmo Paladino; Impianto scenico: Daniele Spisa; Costumi: Alessandro Lai; Disegno luci: Luca Barbati; Produzione: Nuovo Teatro.

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