Mr Giorgio Mastrota

Oggi ho avuto il piacere di intervistare una vera icona della televisione italiana: Giorgio Mastrota! Personaggio e conduttore televisivo, negli ultimi anni ha visto il suo nome spesso associato ad importanti promozioni pubblicitarie diventando a tutti gli effetti il re delle televendite.

Buonasera Giorgio, come sei entrato a far parte del mondo della televisione?

Ho iniziato a fare televisione quasi per caso. Nei primissimi anni ottanta, quando frequentavo l’università Bocconi, esistevano solamente le televisioni del biscione e la Rai. Su consiglio di un mio amico partecipai alla trasmissione m’ama non m’ama e vinsi diversi gettoni d’oro, con cui comprai la mia prima macchinina, una Opel Corsa rossa fiammante. Da lì iniziai a fare i foto romanzi e successivamente l’inviato di Jerry Scotti in Smile. Iniziai così, per caso. Allora facendo televisione mi pagavo l’università e oggi, continuando a fare televisione, pago l’università ai miei figli!

Come è cambiato oggi questo settore da quando hai iniziato?

La tv è cambiata tanto in questi anni. Prima c’erano soltanto quei canali e bastava fare televisione per diventare immediatamente popolari, come è successo a me. Oggi esistono una moltitudine di realtà da cui poter attingere. C’è la rete, la Pay Tv, il digitale. Esiste un’offerta maggiore. Però la struttura interna della televisione non è cambiata molto: esistono sempre i quiz, l’approfondimento, i programmi brutti e i programmi belli.

Ti sei mai pentito di qualcosa?

No, non mi sono mai pentito. Ho rifiutato lavori apparentemente importanti. Ho scelto la famiglia rispetto al lavoro. Sono una persona a cui piace star bene e godersi la vita, il che non vuol dire andare in giro con un aereo privato. Mi piace fare sport, stare con mia moglie, giocare con i miei bambini e vivere all’aria aperta. Voglio cercare di vivere pienamente la mia vita.

Come stai vivendo questo difficile momento?

Il momento è complicato, è innegabile. Personalmente ho scelto insieme alla mia famiglia di trasferirci in montagna, in Bormio, nel periodo precedente al Covid e questa si è rivelata una scelta fortunata. Nella Valtellina gli spazi sono molto ampi e questo aiuta a livello psicologico. Spero che questo orrendo momento possa passare quanto prima e che rimanga solamente una brutta pagina del passato.

Sei diventato un’icona spesso associata al mondo delle televendite. Ti ha mai dato fastidio la cosa?

Essere associato al mondo delle televendite non mi ha mai dato fastidio, perché io faccio parte di questo mondo! Se questa realtà esiste è un po’ colpa e merito mio, diciamola tutta (n.d.r. ride). Sarei un ipocrita se non ti dicessi che mi ha permesso di vivere bene e di fare le cose più importanti per me e per la mia famiglia. A metà degli anni novanta la televendita per me rappresentava un ripiego e allora non la vivevo bene. Ma oggi sono un uomo felice e fiero del percorso fatto.

Come è stato lavorare con Gianfranco Funari?

Gianfranco è stato un grande maestro, una persona complicata, difficile, ma con un gran cuore. Mi ha insegnato tanto in un’epoca in cui i tempi erano dilatati, non c’era la fretta attuale e si poteva ancora imparare ed insegnare a fare bene le cose. Facevamo televisione in diretta la mattina su Rai 2: io presentavo È nata una stella, programma curato da lui. Gianfranco era un vero animale televisivo, mi ha insegnato a non nascondermi, ad avere un buon rapporto con il pubblico e a guardare in faccia le persone. È stato un ottimo maestro e gli ho voluto molto bene!

Ti sei divertito a metterti in gioco nella serie Romolo + Giuly?

Mi sono divertito molto perché è stata un’esperienza inaspettata. Devo ringraziare la Fox e la Zerosix Production che mi hanno voluto con insistenza. Sono stati due anni bellissimi perché sono uscito dalla mia zona di confort e mi sono messo in gioco in un progetto che si è rivelato essere vincente. Costudisco un bellissimo ricordo di Romolo + Giuly e magari in futuro potrei replicare un’esperienza così folle!

C’è qualcosa che ti spaventa della società attuale?

Ricollegandomi ad una frase di uno sceicco che ho letto qualche giorno fa, credo che la nostra società opulenta crei uomini e donne deboli. Ciò comporta che andremo incontro a tempi difficili e non lo dico per pessimismo. Mi spaventa la nostra mentalità ad avere tutto e subito.

Qual è il tuo rapporto con i social?

Beppe, il mio agente, mi tira sempre le orecchie perché sono un tipo poco social. Non ho molto voglia, perché sono legato agli anni ottanta e novanta quando non esistevano queste realtà. Ho Instagram, ma non Facebook. Dovrei imparare ad utilizzarli meglio. Magari tra qualche anno fonderò il mio canale Giorgio Mastrota, ovviamente improntato sulle vendite.

Valerio Molinaro

Un ringraziamento particolare va a Beppe Pettinato.

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