“I dream”, Michele Abbondanza

La Compagnia Abbondanza/Bertoni al Teatro Cantiere Florida di Firenze.

Sono fra i nomi più celebri del cartellone 2015-2016 del Teatro Cantiere Florida di Firenze, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, fondatori e direttori della compagnia a cui danno il nome. Il 29 febbraio va in scena “I dream”, che vede Michele Abbondanza come unico interprete sul palcoscenico.

Il Teatro Cantiere Florida non manca mai di portare l’avanguardia sulla propria scena, specialmente nel campo della danza. Per avanguardia si intende ciò che noi oggi chiamiamo contemporaneo, ovvero un capiente calderone dove si butta un po’ di tutto, arti belle e brutte, comprensibili e non, che, per svariati motivi, non sono annoverabili tra le performance tradizionali. Ma ormai, nel nostro presente, niente può essere tradizionale. C’è troppo, abbiamo, vediamo, sentiamo troppo; viviamo nella perenne speranza di riuscire a dare un nome alle cose che ci troviamo davanti, perché, oggi, ogni cosa è potenzialmente degna di avere un nome tutto suo, ogni cosa, tranne l’arte contemporanea. Contemporanea era già l’arte pittorica, la danza e la musica del Novecento. Siamo già, da sedici anni, nel secondo millennio, e se è vero che il Novecento è detto secolo breve, si tratta comunque di ben cento anni, un secolo talmente ricco e vivace da rendersi fugace, come a dire: «Come corre il tempo, quando ci si diverte!». Arti diverse e generi diversi travolti dalla stessa onda anomala: la contemporaneità.

Michele Abbondanza, formatosi con i più grandi maestri novecenteschi, conosce bene questo clima. Nel 2016, però, le cose vanno un po’ diversamente. Non è più possibile fermarsi, il presente è già passato, il futuro è già presente, niente si può cogliere o classificare. L’avanguardia, forse, non può più esistere. Sono indubbie le qualità tecniche del danzatore, anche se, talvolta, nascoste dietro l’ironia della sua danza inclassificabile in un determinato stile. Abbondanza si muove sullo spazio scenico, cambia veste, cambia personaggio. Il suo corpo rimane come feticcio inanimato, ricordando all’artista chi è veramente. È difficile capire veramente che cosa Michele Abbondanza voglia comunicare. Fare ironia sulla propria arte è una cosa già vista, ricordare qualcosa malinconicamente, fase che segue il sarcasmo, è ugualmente un fatto passato. Forse non si dovrebbe riflettere troppo sull’arte, forse non si dovrebbe cercare significati immediati, schemi di pensiero prefissati. Immaginiamo che “I dream” sia un nuovo dadaismo: è quello che fa il pubblico, che decide di esultare per questa performance, scacciando il dubbio, accettando il fatto appena compiuto, qualsiasi esso sia, e facendo dondolare la mente in un limbo ottimista, accecato e cullato da un fumo bianco, da un alone di aria onirica che ci acceca sull’amarezza del presente. Sono gli artisti capaci, gli artisti a tutto tondo, in grado di danzare, suonare, cantare, recitare, e di farlo bene, come Michele Abbondanza, che possono permettersi di creare arte brutta. Il bello è roba di altri tempi.

Firenze – TEATRO CANTIERE FLORIDA, 4 febbraio 2016.

Benedetta Colasanti

I DREAM – Ideazione: Michele Abbondanza, Antonella Bertoni; interpretazione: Michele Abbondanza; con la collaborazione di: Tommaso Monza; luci: Andrea Gentili; video: Tommaso Monza, Andrea Gentili; consulenza drammaturgica: Bruno Macii; amministrazione e ufficio stampa: Francesca Leonelli; produzione: Compagnia Abbondanza/Bertoni; con il sostegno di: MIBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Direzione generale per lo spettacolo dal vivo, Provincia Autonoma di Trento, Servizio Attività Culturali, Comune di Rovereto – Assessorato alla Contemporaneità, Regione Autonoma Trentino Alto Adige; si ringraziano: Danio Manfredini, Luciana Moggio e Andrea Baldassarri.

Foto: Maurizio Cattaneo.

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