“Il corpo e l’anima. I luoghi e le opere pie della cura ospedaliera in Toscana dal XIV al XIX secolo”

Nicola Malinconico - Il Buon Samaritano Fino al 14 settembre 2015 è possibile visitare al Palazzo Pretorio di Prato una interessante mostra sulla storia dell’assistenza e della sanità in Toscana tra il XIV e il XIX secolo. Un’occasione per osservare con una diversa prospettiva il ricco patrimonio culturale e artistico di sette antichi ospedali regionali: quelli fiorentini di Santa Maria Nuova, San Giovanni di Dio e degli Innocenti, il Santa Maria della Scala di Siena, il Misericordia e Dolce di Prato, il Santa Chiara di Pisa e il Ceppo di Pistoia. “Il corpo e l’anima. I luoghi e le opere pie della cura ospedaliera in Toscana dal XIV al XIX secolo”, proposta dalle due curatrici Ester Diana e Francesca Vannozzi, non è dunque una mostra d’arte in senso stretto, ma un percorso di approfondimento in alcuni aspetti della nostra cultura materiale: la cura del corpo e l’assistenza ai malati, l’accoglienza dei poveri e dei pellegrini, l’infanzia abbandonata. Così opere firmate da artisti quali Francesco da Sangallo (Crocifisso, 1520 ca.), Niccolò di Pietro Gerini (Resurrezione, 1385 ca.) e Giovan Battista Foggini (Crocifisso, 1761 ca.), sono affiancate da strumenti di uso medico, come il Cataletto di manifattura fiorentina della prima metà sec. XVII o i vari Modelli di utero con feti di manifattura senese della seconda metà del sec. XVIII.

Da segnalare poi il commuovente Vestitino di Rosa Veronici, una bambina abbandonata il 22 settembre 1830 presso l’ospedale di Prato. Corredato di una mezza moneta, «la metà di un soldo», legata a un filo di «accia», è ancora oggi conservato nella Collezione dei contrassegni (di cui alcuni esposti) dell’Archivio di Stato di Prato. Creati nella speranza di un futuro riconoscimento e ricongiungimento da parte della famiglia di origine, essi sembrano essere l’ultimo gesto di cura e protezione prima dell’abbandono del bambino, rappresentando l’unico lascito dei familiari e, quindi, l’unica testimonianza tangibile dell’identità degli esposti.

Rispetto alla prima tappa senese (Complesso museale di Santa Maria della Scala, 6 dicembre 2014-1° marzo 2015), l’esposizione pratese si è arricchita di alcune novità. In particolare, è pSezione Misericordia e Dolce con spezieriaossibile vedere nella sezione dedicata a Prato, la raffinatissima e antica Spezieria officinale, riallestita negli spazi dell’ex Monte dei Pegni del Museo. Realizzata tra il 1760 e il 1810 dalla Manifattura Ginori di Doccia, a Sesto Fiorentino, è stata conservata dalla fine dell’Ottocento presso il Museo Civico assieme al suo prezioso corredo di ceramiche: circa una novantina di vasi di maiolica testimoni di una sapienza territoriale irripetibile. A questa si affianca la proposta di tre dipinti di artisti del Cinque-Seicento già conservati a Palazzo Pretorio – la Madonna con Bambino di Zanobi Poggini, la Sacra famiglia con San Giovannino e San Giuseppe di Giovan Mattia Butteri e la Crocifissione con la Madonna, San Giovanni e Maddalena di Domenico Cresti detto Il Passignano – nonché tre opere provenienti dal Palazzo degli Spedalinghi di Prato – un ex voto della Famiglia Verzoni, realizzato nell’ambito di Santi di Tito, la Madonna della Misericordia di un anonimo fiorentino e il Ritratto di medico attribuito a Giovan Pietro Naldini.

Lorena Vallieri

Il corpo e l’anima. I luoghi e le opere pie della cura ospedaliera in Toscana dal XIV al XIX secolo – a cura di Ester Diana e Francesca Vannozzi.

Prato, Museo di Palazzo Pretorio, 29 maggio-14 settembre 2015.

www.palazzopretorio.prato.it

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