“Il prezzo”, con Umberto Orsini per la regia di Massimo Popolizio

Al Teatro della Pergola un cast d’eccezione per il testo di Arthur Miller.

Forse è vero che un artista non ha età, che esiste un’energia superiore per coloro che calcano la scena con la forza magnetica e la grande eleganza di Umberto Orsini. In scena al Teatro della Pergola con “Il prezzo” di Arthur Miller diretto da Massimo Popolizio, Orsini si presenta leggiadro, brillante, introspettivo ed esteriorizzante allo stesso tempo. Un esteta o un esistenzialista? L’attore riesce a valicare i confini di ogni categorizzazione, per lui non esiste una dimensione chiusa: la sua carica attoriale è immensa. Solo ottimi interpreti possono recitarvi accanto, altrimenti rischierebbero di essere oscurati dalla sua luminosa presenza. E infatti un plauso va anche a Massimo Popolizio, interprete oltre che regista, Alvia Reale e Elia Schilton, ognuno chiuso nella personalità del personaggio che interpreta in un gioco a tre di non facile relazione.

Come spesso accade nei suoi testi, Miller offre un’analisi spietata della società dove anche i rapporti familiari seguono le regole economiche dell’interesse e del mercato. È così anche per i fratelli Victor (Popolizio) e Walter (Schilton), la cui differenza di carattere ne segna il destino, le scelte e i fallimenti. Ma non basta il confronto per accettarsi nella loro diversità, prevale l’invidia o, peggio ancora, il disgusto per il modo di essere dell’altro. Tenera e imprevista la reazione di Esther (Reale), moglie di Victor: apparentemente più dura, determinata e interessata degli altri, si dimostra comprensiva e generosa di fronte alla triste situazione familiare ed è pronta a sostenere affettuosamente il marito, uscito distrutto dall’incontro. Victor, infatti, vive il dramma di un uomo che ha contribuito a creare il suo fallimento, che ha rinunciato a una parte di sé per l’altro e, di fronte all’evidenza, cade nella disperazione. Un posto a parte occupa Solom (Orsini), il broker chiamato a stimare i mobili che i due fratelli devono vendere dopo la morte del padre. La figura dell’anziano saggio, rinvigorito da una giovinezza interiore, frutto di una maggiore consapevolezza, propone una profonda riflessione sul tempo e sul rapporto con il passato.

“Il Prezzo” (The Price) di Miller affronta i temi più cari all’autore: una panoramica sul significato della colpa e della complicità, della dignità personale e della coscienza collettiva. Rappresentato nel 1968 a Broadway per 429 repliche consecutive, portato in teatro in Italia nella stagione 1968/1969 da Raf Vallone, il testo viene ripreso dalla Compagnia di Umberto Orsini che affida la regia a Massimo Popolizio, un artista sensibile e capace, come interprete, di trasmettere emozioni vibranti. Gli attori hanno una recitazione stilizzata nella gestualità e nella voce, ma non retorica; scandagliano la gamma di sentimenti che avvolge i personaggi di quest’opera con sapiente consapevolezza e guidano gli spettatori in una selva di rancori, rimpianti, invidie e gelosie. E, come spesso accade, emerge la necessità di direzionare verso l’altro il risentimento che si prova verso se stessi.

Firenze – TEATRO DELLA PERGOLA, 19 gennaio 2016

Mariagiovanna Grifi

IL PREZZOdi Arthur Miller. Traduzione: Masolino d’Amico; Regia: Massimo Popolizio; Direzione artistica: Umberto Orsini; Scene: Maurizio Balò; Costumi: Gianluca Sbicca; Luci: Pasquale Mari; Compagnia: Umberto Orsini; Interpreti: Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton.

Foto: ©Marco Caselli Nirmal.

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