“Iliade” del Teatro del Carretto in scena al Teatro Verdi di Pisa

Per i trent’anni di attività il Teatro del Carretto riporta in scena uno dei suoi spettacoli cult.

Lo scorso anno il Teatro del Carretto ha compiuto trenta anni di attività e per l’occasione ha ripreso in mano “Iliade”, spettacolo che debuttò nel 1988 al Teatro del Giglio di Lucca, dove la compagnia ha tutt’oggi la sua residenza artistica. In venticinque anni è cambiato quasi tutto, compresi gli attori e il pubblico. Quello che però non è cambiato è l’idea di fondo dei due fondatori della compagnia, Maria Grazia Cipriani e Graziano Gregori. Cipriani, che ha adattato il testo e curato la regia, e Gregori, che ha ideato scene e costumi, ritrovano le cifre connotative dell’evento teatrale nell’evocatività e nella potenza dello sviluppo scenico approntato in uno spazio privo di qualunque orpello decorativo non finalizzato allo svolgersi dell’azione. Questa “Iliade” va in scena al Teatro Verdi di Pisa in una sala gremita di pubblico, che assiste a uno spettacolo complesso e per niente rassicurante, che non ti fa tornare a casa un po’ più contento. Ma non può che essere così, perché ciò che racconta è il dolore, la sofferenza, il sangue e la crudeltà di una guerra tremenda protrattasi per dieci lunghi anni e che ha causato la morte atroce di un’infinità di persone. Tema quanto mai attuale.

In un’ora e mezza è condensata gran parte degli avvenimenti narrati nel poema epico. Maria Grazia Cipriani ha adattato quattordici dei ventiquattro canti scritti da Omero, escludendo però tutte le vicende sentimentali, con l’intento, riuscito, di far risaltare l’elemento virile della guerra tra gli uomini, in lotta per conquistare la vittoria e con essa la gloria eterna. Quello che è ottenuto è uno spettacolo corale di grande impatto visivo, tratto distintivo della ricerca di questa compagnia: un meccanismo scenico in cui qualunque particolare è studiato nei minimi particolari. Impressionante a questo proposito la perfetta sincronia tra la splendida e feroce partitura sonora curata da Hubert Westkemper e il movimento degli attori e dei pupazzi di legno. L’intera performance è strutturata come una potente partitura visivo-cinetica in cui gli attori si fronteggiano quasi sempre di profilo, assumendo posizioni mitiche ispirate direttamente dalla pittura vascolare. Le azioni dei mortali sono comandate dagli dei, pupazzi in forma di bambini capricciosi dall’aspetto orrendo: sembrano indemoniati (il demone della guerra!) in cerca di sangue tramite il quale dissetare la loro sete d’ira, o forse più prosasticamente per riempire il vuoto della loro noia.

La regia riesce a rendere visivamente la suggestione e la crudeltà delle immagini create da Omero e la storia è narrata da un aedo, voce fuori campo ma che partecipa emotivamente agli avvenimenti, attraverso le tornite e potenti parole della traduzione di Vincenzo Monti. Si crea così un universo diegetico mitico, arcaico, infinitamente lontano dall’uditorio e proprio per questo ancora più potente nei messaggi che intende comunicare. Tutte le azioni compiute dai bravissimi attori sono accompagnate dalla suggestiva colonna sonora fatta di rumori violenti per le orecchie di chi ascolta: ma il fine ultimo di questa “Iliade”, come del resto anche dell’originale, è colpire fisicamente il pubblico. I costumi sono quelli originali di trenta anni fa e assolvono ancora magistralmente al loro compito di evocare tutto il potenziale espressivo dei personaggi che li indossano.

La comprensione dello spettacolo nella sua interezza non è facile a causa della stratificazione dei significati anche allegorici che propone, e forse è particolarmente complessa per una società non più abituata a comprendere il mondo antico né a leggere i poemi omerici. Ma questo non è certo un limite dello spettacolo. La potenza di ciò che si vede passa per la pancia, come si dice in gergo teatrale, e arriva al cervello solo in un secondo momento, quando si ripensa a ciò che si è visto e le immagini tornano a farci riflettere con tutto il loro nitore e l’intensità. Ma del resto siamo convinti che sia questo l’aspetto distintivo del Teatro, il luogo in cui una comunità si riunisce per confrontarsi sulle questioni che la riguardano.

Pisa – TEATRO VERDI, 25 gennaio 2015.

Diego Passera

ILIADE da Omero – Adattamento e regia: Maria Grazia Cipriani; Scene e costumi: Graziano Gregori; Suono: Hubert Westkemper; Direttore di scena: Fabio Giommarelli; Fonico: Luca Contini; Tecnico luci: Massimiliano Calvetti; Macchinisti: Andrea Macis, Alex Carnevali; Oggetti di scena: Teatro del Carretto; Scena: Teatro del Giglio; Costruttore della scena: Giuseppe Betti; Costumi realizzati da: Sartoria Teatrale Il Laboratorio di Lucca; Responsabile sartoria: Tiziana Piercecchi; Aiuto scenografa: Rosanna Monti; Assistente: Viviana Natalini; Segretaria organizzativa: Michela Betti; Amministrazione: Roberta Francini.

Interpreti: Giovanni Balzaretti; Nicolò Belliti; Andrea Jonathan Bertolai; Elsa Bossi; Maria Vittoria Nervi; Fabio Pappacena; Giacomo Pecchia; Antonio Pomponio; Giacomo Vezzani.

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