“Italia Anni Dieci”: la compagnia ATIR balla nell’uragano della crisi

Sette vite, sette storie intrecciate per raccontarci l’Italia di oggi: la crisi economica e finanziaria che sta attraversando e il decadimento morale ed esistenziale dell’individuo nel tentativo di sopravvivere.

 

“Italia Anni Dieci” nasce dalla collaborazione della regista Serena Sinigaglia – precedentemente impegnatasi nella descrizione della rivolta della società spagnola con “Ribellioni possibili” – e del drammaturgo Edoardo Erba, insieme alla compagnia ATIR Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca, la cui direzione artistica è affidata alla Sinigaglia.

Achille è un industriale che medita il suicidio a causa del fallimento della sua azienda. Non ha avuto il coraggio di parlarne alla moglie Titti. Ne farà cenno (fingendo poi lo scherzo) ad una sua dipendente, Lucilla, ultima assunta in azienda dopo le insistenze della moglie, che l’ha conosciuta ad un corso di salsa. La ragazza, laureata in Lettere e ormai eterna disoccupata, riprenderà la sua vita in mano, costruendo progetti entusiasti: una nuova casa, una nuova indipendenza. Sarà poi la madre di Lucilla, Maria, a scoprire la realtà, dopo una sbronza casuale in compagnia dell’industriale. Farà quindi ad Achille una fiduciosa proposta: lasciargli la sua eredità per rimettere in piedi l’azienda e permettere alla figlia di avere finalmente un posto fisso. Con queste storie si intrecciano poi quelle del maestro di danza, della badante albanese – anche lei allieva della classe di salsa – e dell’amante di Maria, Alberto, artista fallito che da lei si fa mantenere.

In un gioco di continui rimandi e flash interrotti e poi ripresi, lo spettacolo mette in scena in modo diretto, cinico, a tratti comico, la realtà quotidiana – le discussioni familiari hanno spesso come sottofondo le drammatiche notizie del telegiornale o i programmi di cucina nostrani – di queste vite distrutte dalla crisi.

Con il peggiorare della loro situazione, aumenta anche l’acqua che cade dal soffitto, a testimonianza delle crepe presenti in una società a cui è stata negata la certezza di un futuro. I personaggi tentano di aggrapparsi al minimo brandello di possibilità: pagano per ottenere un lavoro e si sforzano di credere che qualcosa cambierà, nonostante lo sgretolarsi delle certezze. L’acqua diventa poi un uragano – nel quale si ritrova Achille, fuggito ai Caraibi con i soldi di Maria – tra secchiate d’acqua in faccia e cadute in scena. Attraverso il personaggio della badante albanese, viene messa in evidenza la problematica dell’immigrato che deve guadagnare a qualsiasi costo pur di mandare soldi nel suo paese di origine, con la speranza di costruirsi una casa, di far studiare i figli. In questo quadro drammatico, la bandate, che ha ben chiara la situazione dell’Italia, sembra quindi l’unica capace di crearsi un futuro.

Gli attori – con energia e ironia – come in un cerchio che si chiude, si ritroveranno a ballare sulle macerie della loro vita, perché tanto vale badare alle frivolezze piuttosto che cercare di raccogliere i pezzi e ripartire da zero.

Alessandra Lacavalla

 

Teatro Kismet Opera, il 29 marzo

ITALIA ANNI DIECI

di Edoardo Erba

con Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Beatrice Schiros, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan

regia di Serena Sinigaglia

scenofonia Danilo Mottola

scene Maria Spazzi

costumi Federica Ponissi

luci Alessandro Verazzi

attrezzeria Maria Paola Di Francesco

maestro di salsa Luca D’Addino

tecnico luci Anna Merlo

con il sostegno di Next 2013 e in collaborazione con la Corte Ospitale

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