“La Famiglia Addams” follemente interpretata da Elio e Geppi Cucciari

Al Teatro Verdi gli unici personaggi extra dark che riescono «con delizia a banchettare di coloro che vorrebbero assoggettarli».

Erano i lontani anni ’30 quando gli ‘Addams’ fecero la loro prima comparsa sulle pagine del New Yorker, protagonisti gotici e istrionici di tutta una sfilza di vignette umoristiche. Ne hanno fatta di strada, passando dalla realizzazione della prima serie televisiva alle diverse pellicole cinematografiche girate dal 1977 all’ultima del 1998, fino ai musical odierni che li ritraggono ancora indiscussi personaggi dalle tinte pitch-black ombrose, portavoce dell’ormai famoso motto di spirito: ‹‹tenebre, terrore ed indicibile dolore››. “La Famiglia Addams” si presenta con lo stesso humor oscuro e sarcastico anche nell’adattamento registico riproposto da Giorgio Gallione e riscritto per mano di Stefano Benni, in scena al Teatro Verdi di Firenze. La storia la conosciamo tutti e per chi l’avesse rimossa è d’obbligo imparare le leggi universali che permangono immutate in questa bizzarra famiglia, perché se sei un Addams non solo ‹‹è tutto inquietante ciò che fai››, perfino ‹‹la normalità è un’illusione, vivi felice e hai tanta passione››. Un preambolo rocambolesco che ha fissa dimora nella misteriosa residenza della provocante e lussuriosa Morticia e del suo irriverente sposo Gomez.

Per raggiungerli il viaggio si delinea da sé: seconda lapide a destra e poi dritto fino al mattino, l’odore tossico e nauseabondo dei cimiteri e il rumore di ossa saranno mirabili indizi. Pronti a spalancare le porte verso l’ignoto due ineguagliabili padroni di casa, interpretati da Elio e Geppi Cucciari, mostri ormai noti della risata. Una coppia affiatata e nel complesso vincente, individuo virile ‹‹furbo, dalla lingua svelta e la spada nel cuore›› lui, creatura femminile dalla spiccata sincerità tagliente sia nella vita che sulle scene, lei. Due spavaldi mattatori con estri differenti che si sono cimentati non solo nella recitazione, ma anche nel canto e nel ballo. A destare grande stupore la bravura versatile di un Elio corroborante, poliedrico e super snodato, dall’esilarante espressività contagiosa di capobanda che ama divertirsi e sa divertire. Al suo fianco una Geppi insolitamente precisa nell’uso della dizione, sganciata dal suo marcato accento sardo e forse fin troppo aderente alla compostezza della sua ridondante Morticia.

Quello di Gallione rimane un lavoro ricercato, costellato dagli abili factotum dell’ampio cast e corpo di ballo, agghindati non solo di doti artistiche ma anche di originali abiti di scena dello stilista Antonio Marras. Uno spettacolo divertente e forbito, spassoso nella drammaturgia dai doppi sensi affilati e continui riferimenti generazionali difficilmente declinati in piatti clichès, curato nelle scelte registiche che hanno saputo rinnovare l’intramontabile eco che questa grande famiglia si porta con sé. Nonostante i loro lati cupi e malinconici nonché il loro fashion style fumoso e tetro, gli Addams racchiudono una forza naturale basata su una sincera integrità e sull’ineguagliabile legame relazionale che li unisce. D’altronde la vita non sarebbe la stessa senza “necrologi, autopsie, cospirazioni e sfortunate coincidenze”, perché a conti fatti ‹‹i colori accesi sono per le persone spente››, l’interiorità è ben altra faccenda!

Firenze – TEATRO VERDI, 18 marzo 2015.

Mara Marchi

LA FAMIGLIA ADDAMSRegia: Giorgio Gallione; Traduzione e adattamento: Stefano Benni; Costumi: Antonio Marras; Scene: Guido Fiorato; Direzione musicale: Cinzia Pennesi; Coreografie: Giovanni di Cicco; Corpo di Ballo: Gianluca Briganti, Nicola Trazzi, Luca Làconi, Daniele Romano, Tiziana Fimiani, Camilla Lucchini, Chiara Barbagallo, Federica Basso, Giulia Patti; Interpreti: Elio, Geppi Cucciari, Pierpaolo Lopatriello, Giulia Odetto, Giacomo Nasta, Sergio Mancinelli, Filippo Musenga, Paolo Avanzini, Clara Maselli, Andrea Spina.

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