“La mafia uccide solo d’estate”, innocenti risate con pugni allo stomaco!

La-Mafia-Uccide-solo-d’estate-2-999x666Solo un comico attraverso gli occhi innocenti di un bambino poteva raccontare così sapientemente l’evoluzione storica della coscienza comunesiciliana/italiana nei confronti della Mafia.

Il regista Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto come Pif, ridicolizza i più atroci boss dalla malavita sicula, dando onore e gloria agli eroi che invece l’hanno combattuta. Sono gli occhi innocenti di Arturo, interpretato da Alex Bisconti, che ci descrivono l’Italia degli ultimi quarant’anni attraverso le stragi di mafia e gli omicidi che hanno cambiato la storia del nostro paese. Film commovente, ribelle, ma soprattutto tenero. Partiamo dal finale quando Arturo, oramai padre, accompagna il figlio passo dopo passo a riconoscere il “bene dal male” mostrandogli le targhe in memoria degli “eroi” e vittime di mafia. Una scena commovente dove Pif riporta al figlio, che dietro a tutti quei nomi ci sono vite fatte di lotte, sofferenze e profondo senso di giustizia, evidenziando come la parola “mafia”, che quando era piccolo lui quasi non poteva essere pronunciata, invece va detta e soprattutto va spiegata.Arturo è un bambino che parla poco e la prima parola che dice è “mafia”. All’età di dieci anni ha come mito il presidente del consiglio Giulio Andreotti, che per lui è un uomo “buono”, rappresentando così la metafora dell’errore dell’italiano medio, tanto da spingerlo a travestirsi a carnevale interpretando l’esponente del DC, al cospetto degli altri compagni di scuola che invece preferiscono principi e principesse.La mafia uccide solo d'estate 2Il bambino cresce e con lui anche la Mafia, ma il suo obiettivo è conquistare Flora, un amore nato tra i banchi di scuola, ma un sottile intreccio con eventi mafiosi realmente accaduti, impedisce all’aspirante giornalista di dichiararsi alla giovane e bella ragazzina. Pur di fare bella figura partecipa a un concorso di giornalismo, e nella sua prima intervista al generale Dalla Chiesa chiede: “l’onorevole Andreotti dice che l’emergenza criminalità è in Calabria e in Campania, Generale, ha forse sbagliato regione?”. Dopo l’omicidio del generale, inizia a capire che qualcosa non gli è ben chiaro. Così incontra e conosce commissari, giudici e generali, tranne il suo mito Andreotti che però indirettamente in TV gli impartisce una “lezione d’amore”. L’omicidio del commissario Boris Giuliano prima, la bomba sotto casa del giudice Rocco Chinnici poi, fino all’omicidio di Salvo Lima sono, per effetto di casi della vita, da ostacolo alla sua storia d’amore con Flora. La Mafia, in qualche modo, seppur non entri nella sua vita in modo diretto, gliela condiziona. Il tempo passa e la morte di Borsellino e Falcone rappresentano invece il cambiamento, l’evoluzione della coscienza comune, la vera lotta alla mafia, ma soprattutto il risveglio. Il loro sacrificio non è vano. Scene reali s’intrecciano alla finzione, e al funerale la gente scende in piazza per palesare il loro sostegno nella lotta alla criminalità: “via la mafia dallo Stato”, gridano i manifestanti che volevano partecipare al funerale del magistrato, tra loro anche Pif e Flora, interpretata da Cristina Capotondi. Ora che la mafia è messa spalle al muro, il suo amore non ha più ostacoli e può finalmente sbocciare in un romantico e tenero bacio tra la folla. “La mafia uccide solo d’estate” è un film intelligente che ha la forza mettere in ridicolo il grande potere della Mafia con un’ironia pulita, un’ironia senza la solita retorica e gli artifizi classici delle commedie natalizie. Eppure tra gli sceneggiatori c’è Marco Martani, che ha sempre lavorato ai film di Neri Parenti che ci ha abituato ai più classici e meno nobili cine-panettoni. La pellicola dimostra come si può scrivere una sceneggiatura di grande denuncia, non perdendo lo spirito comico e ingenuo che contraddistingue una brillante pièce con un sapiente utilizzo del mezzo cinematografico. Le fragorose risate scaturite dall’ingenuità di Arturo bambino e i suoi maldestri mezzi di corteggiamento, fanno da contrasto alla più triste, spietata e tragica fine delle vitte innocenti della mafia. Per questi suoi virtuosismi stilistici, Pif si candida sia in sceneggiatura sia in regia a vincere premi che contraddistinguono i film d’esordio molto promettenti, ma anche se non dovesse continuare la sua carriera da regista e questo lavoro fosse una chimera, sarà di sicuro una chimera che farà parlare a lungo e molto bene di se. Importante porre l’accento sul fatto che il film è stato realizzato senza pagare il pizzo ed è sostenuto dal comitato “Addiopizzo”, movimento cittadino nato a Palermo come segno di protesta e opposizione alla mafia.

 Napoli – CINEMA MODERNISSIMO, 19 Dicembre 2013

ELLESSE

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE

Regia: Pierfrancesco Diliberto (Pif) ; Interpreti: Pif, Cristina Capotondi, Claudio Gioè, Ninni Bruschetta, Alez Bisconti; Sceneggiatura: Pif, Michele Astori, Marco Martani; Fotografia Roberto Forza; Musiche: Santi Pulvirenti; Montaggio: Cristiano Travaglioli; Scenografia: Marcello Di Carlo; Costumi: Cristiana Riccieri; Produzione: Wildside, Rai Cinema; Distribuzione: 01 Distribution; Durata: 90 minuti; Paese di produzione: Italia, 2013.

Share the Post:

Leggi anche