NAPOLI – Era il 1970, Fabrizio De Andrè compone e pubblica “La Buona Novella”, album in cui raccontava attraverso alcuni vangeli apocrifi la storia di Gesù, uno degli album più riusciti del cantautore genovese e probabilmente quello a cui era più legato. A quel disco collaborarono I Quelli, una band beat che un anno dopo, con l’arrivo di Mauro Pagani (che però ne sarebbe uscito nel 1975), sarebbe diventata la Premiata Forneria Marconi. Da quel momento iniziò una collaborazione sia in fase di composizione e registrazione, che soprattutto dal vivo, che sarebbe durata molti anni. Un legame che si sarebbe dimostrato quasi osmotico, suggellato dai due album dal vivo del 1979 e 1980. Fabrizio De Andrè amava l’intensità che la band riusciva ad esprimere dal vivo, e sapeva che grazie a loro poteva dare maggiore forza alle proprie canzoni. E non è un caso che Faber avesse riproposto gli stessi arrangiamenti anche poco prima di morire.
Probabilmente per mantenere il ricordo di un pezzo di musica fondamentale, la PFM torna in tour con “PFM canta De Andrè e PFM Anthology” al Palapartenope il 14 Dicembre, regalando agli spettatori un’esibizione divisa in due parti, e di cui la prima sarà completamente dedicata al cantautore genovese, in cui la band proporrà la scaletta di quella serie di mitici concerti di fine anni Settanta. La seconda invece sarà una selezione dei migliori brani della Premiata Forneria Marconi.
La band nasce a Milano e ha avuto diverse genesi, ma trova la sua stabilità nel 1971 quando inizia a farsi conoscere col nome di Premiata Forneria Marconi e inizia a cambiare direzione musicale, prediligendo sonorità più accurate, e strutture più complesse tipiche del rock progressivo, di cui la PFM è stata una delle rappresentanti a livello mondiale. Nel 1972 hanno un esordio folgorante con l’album “Storia di un minuto”, uno dei lavori più importanti della storia del prog. Il lavoro della band è esaltato dal lavoro dal vivo, in cui grazie a una perizia tecnica eccellente, riescono a trasmettere grande energia.
Napoli – 13 Dicembre 2013
Francesco Di Maso
