“L’Immoralista”, a teatro i temi forti di Gide

E’ un matrimonio più di convenienza che di vero amore quello tra Michel e Marceline, i protagonisti de “L’immoralista”, testo di Andrè Gide trasformato in uno spettacolo teatrale, in scena al Tram di Napoli, grazie al lavoro autoriale di Luisa Guarro ed Antonio Mocciola e alla regia della stessa Guarro. Schiava di una vita dettata dalla morale rigida degli inizi del ‘900, la coppia parte in viaggio di nozze che li porta in Africa, ma quelle terre aride e desolate si riveleranno in realtà un reame ricco di eventi che porterà inevitabilmente cambiamenti tumultuosi nella vita dei giovani sposi, tra malattia e vita ai massimi livelli. Nei panni della leziosa Marceline, Marilia Marciello riesce a trasformare il suo personaggio borghese in una donna posata ma permissiva, virando perfettamente da una conversazione leggera da neosposa fino ai più forti monologhi ricchi di intensità. Giovanni Esposito, con la sua possente voce, mette in scena un uomo prima debilitato dalla malattia, poi apparentemente rinato a nuova vita grazie ai sussulti interiori che non si aspettava di poter provare. I due protagonisti in scena combattono su una scacchiera fatta di rimbalzi, cambi di rotta e sentimenti contrastanti, perfettamente rappresentati dal testo di Guarro e Mocciola che sussurra anche le più forti tematiche, come la pedofilia, in modo delicato ma consistente. La regia di Luisa Guarro disegna bene il cammino della coppia, anche attraverso scene non verbali in cui movimenti e musica diventano protagonisti, lasciando però troppo estese alcune scene che potevano essere asciugate sacrificando leggermente la durata dello spettacolo. Sulle tavole di un palcoscenico trova finalmente posto la parola forte di Gide, incompreso autore di temi sconvenienti in tempi non adatti alla sua modernità.

Gaetano Cutri

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