“L’importanza di essere felice” ed il semplicismo di dimostrarlo

Poco abbiamo di quel mondo ottocentesco tanto caro a Wilde nella rivisitazione del testo “L’importanza di chiamarsi Ernesto” fatta da Chiara Bonome …poco abbiamo e ciò non è un male.

La franchezza si tramuta in felicità e diventa il perno centrale della rilettura del testo che come sempre non tradisce mai il suo pubblico e riesce sempre a vincere e far vincere .. del resto è il testo perfetto per antonomasia. Il pubblico ride, si diverte e passa un paio di ore in un’ovattata spensieratezza che comunque vada gli fa valere il costo del biglietto.

Buoni attori in scena che per troppo eccesso di ruffianate e di ammiccamenti cadono spesso nella ridondanza …riducendo un virtuosismo di Wilde in qualcosa più simile ad serie televisiva americana che ad un’opera teatrale . Non sarebbe stato un male se ciò fosse venuto per pensiero registico e non per libertinaggio attoriale. Sprone per la Bonome sarebbe quello per il futuro di essere più presente in scena come regista.

Lo spettacolo si salva, appunto, per il riso del pubblico che non può far altro che ristimare Wilde ed i suoi certi meccanismi scenici .

Roma, teatro Spazio Uno, 10 aprile 2015

S.D.

“L’IMPORTANZA DI ESSERE FELICE”

libero adattamento dall’opera di Oscar Wilde

Regia di Chiara Bonome

con:

Simone BALLETTI
Chiara BONOME
Angelica FERRAÙ
Stefano FLAMIA
Mattia MARCUCCI
Francesco SILELLA

Aiuto Regia: Stefano FLAMIA
Assistente alla Regia: Valerio D’AMORE
Light designer: Francesco BARBERA
Foto: Lorenzo CATENACCI
Grafica: Andrea MAGNO

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