L’incontro di due tradizioni nella “Turandot” del Teatro Metastasio di Prato

Forte del trionfale debutto a Pechino, lo spettacolo di Marco Plini affascina la platea pratese.

In occasione dei festeggiamenti del Capodanno Cinese in Italia è andata in scena al Teatro Metastasio di Prato “Turandot”, una drammaturgia di Wu Jiang e Wu Yuejia con regia di Marco Plini e musiche originali di Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Qiu Xiaobo. La storia della crudele principessa, pronta a decapitare i contendenti incapaci di svelare i tre indovinelli da lei proposti, può vantare in Italia una lunga tradizione. Basti pensare alla settecentesca favola teatrale di Carlo Gozzi, che per primo la ambientò in Cina, e all’opera di Giacomo Puccini, che trionfò il 25 aprile 1926 sul palcoscenico del Teatro alla Scala grazie alla potenza di brani come “Nessun dorma”.

Nell’adattamento realizzato dal Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con l’Opera di Pechino e Ert Teatro Nazionale, essa diventa un significativo punto di contatto tra due mondi lontani per cultura e pratiche attoriali. Eppure, nonostante le barriere linguistiche (lo spettacolo si è svolto in cinese con sovratitoli in italiano), le sonorità vocali e strumentali per noi inusuali, la difficoltà di decifrare una recitazione in cui la mimica facciale è assente, celata dietro a una maschera di trucco che contribuisce a creare un’atmosfera fiabesca e lontana, e a una gestualità simbolica a noi estranea, lo spettacolo funziona e appassiona il pubblico in sala.

Aiuta un allestimento visivamente accattivante con gli eleganti costumi di Jiang Dian e le luci di Tommasso Checcucci che creano un’atmosfera sfumata conducendoci in un sogno fatto di colori e di suoni. Un sogno che, per usare le parole del regista Marco Plini, «si trasfigura, diventa sempre più violento, più spaventoso: la fiaba diventa allucinazione». Da segnalare anche le musiche, scritte appositamente per l’occasione ed eseguite dal vivo. Gli strumentisti italiani e quelli cinesi hanno suonato insieme sul palcoscenico, disposti ai due lati della scena, creando non solo una cornice alla storia, ma continuando, con il loro dialogo tra strumenti di due diverse tradizioni, quel ponte tra due culture che è alla base di questa moderna eppure antica “Turandot”.

Prato – TEATRO METASTASIO, 19 gennaio 2019

Lorena Vallieri

TURANDOT – drammaturgia di Wu Jiang e Wu Yuejia

Regia e scene Marco Plini; musiche originali Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Qiu Xiaobo; regia per l’Opera di Pechino Xu Mengke; costumi Jiang Dian; luci Tommaso Checcucci; video Orlando Bolognesi; acconciature e trucco Zheng Weiling.

Attori della Compagnia Nazionale dell’Opera di Pechino: Xu Mengke, Calaf; Zhang Jiachun, Turandot; Liu Dake, Timur; Wu Tong, Liu; Ma Lei, Wang Ping; Wang Chao, Ping; Nan Zikang, Pong; Wei Pengyu, Pang.

Musicisti: Vincenzo Core, chitarra elettrica ed elaborazione elettronica; Zhang Fuqi, Jing Er Hu; Li Lijin, Yue Qin; Meng Lingshen, Jing Hu; Niu Lulu, Da Luo; Laura Mancini, percussioni; Giacomo Piermatti, contrabbasso; Cao Rongping, Nao Bo; Chen Shumin, Xiao Luo; Wang Xi, Ban Gu e Da Tang Gu.

Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Metastasio di Prato e China National Peking Opera Company con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia nell’ambito dei festeggiamenti del Capodanno Cinese in Italia.

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