“L’isola degli invertiti” di Antonio Mocciola
Una pagina nera della storia italiana

 

Ufficialmente queste persone non esistevano: i loro atteggiamenti, le preferenze intime non erano semplicemente considerate per quanto riguarda l’aspetto legale, eppure, durante il regime fascista, furono trovati dei modi per punire quello che in realtà era solo normalissimo amore, ma destinato ad una persona dello stesso sesso. Ripescando il tristissimo fenomeno del confino per gli omosessuali nel periodo del fascismo, Antonio Mocciola scrive il testo de “L’isola degli invertiti”, spettacolo in scena dal 15 al 17 novembre 2019 presso il Teatro Tram di Napoli. Tre scenari quelli presi in considerazione, a partire dalla frizzantezza e dal brio di una balera per soli uomini, passando per la paura di una visita nello studio di un questore fascista ed infine la rassegnazione e i nuovi equilibri di un pezzo di vita da passare in un’isola sperduta del meridione italiano con la sola colpa di aver seguito la propria natura. La regia di Marco Prato disegna con eleganza e attenzione i vari momenti dello spettacolo, che parte dalle luci accese del locale per omosessuali fino ad arrivare al terrore e all’imbarazzo di un occhio di bue puntato sulle colpe svelate di uno dei protagonisti, terminando con la luce tenue di un temporale che fa stringere due prigionieri soli e bisognosi di calore umano. Le parole di Mocciola appaiono taglienti e scure nella prima parte dell’opera ma è solo nelle sezioni finali che si manifesta tutto il vero valore del testo, quando i protagonisti riescono ad aprire il cuore e a raccontare stralci del proprio passato e del proprio vissuto, narrando la propria intimità col pubblico. Tre gli attori in scena: Bruno Petrosino nei panni di un crudele questore, che riesce a caratterizzare il proprio ruolo con una durezza resa ambigua da una vaga leziosità, Andrea Russo, padre di famiglia che scopre un interesse verso il genere maschile e vittima di un menage famigliare troppo stretto, in piena contrapposizione col personaggio di Giovanni Esposito, sarto apertamente omosessuale ed effeminato, reo di essere troppo fiero della propria diversità. “L’isola degli invertiti” è uno spettacolo che mette in luce una pagina nera della nostra storia, spesso dimenticata, e mette in luce i continui disagi che, ancora oggi, purtroppo, la comunità GLBT deve sostenere per poter sostenere l’amore in ogni sua forma.

Gaetano Cutri

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