“L’uomo della sabbia. Capriccio alla maniera di Hoffmann”

Hoffmann invita il pubblico di Versiliana Upgrade Festival in una dimensione misteriosa.

Il 23 giugno, sul calendario di Versiliana Upgrade Festival è in programma “L’uomo della sabbia”, realizzato da Consuelo Battiston, Gianni Farina e Alessandro Miele, partendo dall’omonimo racconto di Hoffmann, che approda sulla scena contemporanea del Teatro delle Scuderie Granducali di Seravezza.

“L’uomo della sabbia” fa parte della raccolta “Notturni” di E.T.A. Hoffmann. Risale al 1815, periodo squisitamente romantico in cui si era soliti affrontare, nell’arte e nella letteratura, temi consueti quali l’amore, la psicoanalisi e le sindromi relative, il mondo degli automi. Sullo studente Nataniele pesa l’ascendente di tutte e tre le dimensioni: quella del mondo esterno, dello studio, della scienza, che porta ad ulteriori conoscenze volte, tuttavia, anche all’inganno; quella interiore, inconscia, causa dei più grandi turbamenti; quella amorosa e familiare, a prima vista genuina e sincera, ma che non nasconde, anch’essa, traumi irreversibili. Mentre nel racconto di Hoffmann, le tre dimensioni sono abbastanza facilmente distinguibili, nella messinscena, sottotitolata, non a caso, “Capriccio alla maniera di Hoffmann”, si mescolano in un insieme eterogeneo, creando un caos destabilizzante. Ed è proprio la mancanza di chiarezza, di orientamento, di punti di riferimento, che cattura maggiormente lo spettatore, il quale, nello sforzo di capire, viene inglobato in questo labirinto, che non ha uscita o soluzione, se non quella di rassegnarsi del fatto di non poter capire. L’arte romantica è imperniata di psicoanalisi, scienza nascente e in voga all’epoca. Io, Super-Io ed Es sono i protagonisti indiscussi e ricorrenti, nonché ingredienti essenziali alla tragedia finale. L’uomo sfortunato in questione, oscillante senza sosta tra le tre dimensioni, finisce per cadere vittima di uno svenimento irreversibile e inguaribile, eterno. La performance incarna molto bene le sensazioni dell’uomo gravemente nevrotico, che confonde realtà e immaginazione, passato e presente, e che, in tale confusione, non ha possibilità di sopravvivenza nell’avvenire. I sei attori, con l’aiuto di scenografie e colonna sonora, ci aprono strade che sembrano nuove e diverse, ma che presto ci appaiono familiari. È un gioco di ripetizioni infinite, senza inizio e senza fine. Lo spettatore è chiamato direttamente in causa, coinvolto e sconvolto da un essere superiore e perturbante, impersonato da Consuelo Battiston, lo stesso tremendo essere che inquieta Nataniele e chi gli sta intorno e che, nel racconto hoffmanniano, lo conduce alla morte. Ma il “Capriccio alla maniera di Hoffmann” vuole andare oltre; le coordinate spazio-temporali sono abolite e, con esse, l’uomo perde il totale controllo. Si riparte da capo, non c’è fine, il cerchio è destinato a non chiudersi.

Seravezza – TEATRO DELLE SCUDERIE GRANDUCALI, 23 giugno 2015.

Benedetta Colasanti

L’UOMO DELLA SABBIA – Ideazione: Consuelo Battiston, Gianni Farina, Alessandro Miele; regia: Gianni Farina; interpreti: Tamara Balducci, Consuelo Battiston, Tolja Djokovic, Francesco Ferri, Alessandro Miele, Mauro Milone; musiche: Stefano De Ponti; luci e direzione tecnica: Robert John Resteghini; assistente alla regia: Chiara Fallavollita; costumi: Elisa Alberghi; tecnico di compagnia: Sergio Taddei; macchinista: Andrea Bulgarelli; foto di scena: Arianna Lodeserto; disegno e grafica: Marco Smacchia; produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione, Festival delle Colline Torinesi, Programma Cultura dell’Unione Europea nell’ambito del Progetto Prospero.

Share the Post:

Leggi anche