“Madame Pink” la delusione rosa firmata Arias

Potremmo sintetizzare quello che c’è da dire sullo spettacolo “Madame Pink” con la parola delusione. Ci si aspettava dal regista argentino Alfredo Arias, che firma anche il copione con René De Ceccatty, uno spettacolo con musiche (avendo egli preso le distanze dal classico musical o dalla nostra commedia musicale) che in maniera dissacrante trattasse il surreale ed interessante plot narrativo, in cui ha inteso mescolare Disney e cinema noir anni ’50, con tanto di animale parlante (e cantante) e dark Lady, non senza una interessante disamina della contemporanea società americana, e, in maniera più generale, dell’odierna deriva della cultura occidentale. Purtroppo lo spettacolo risulta (a dispetto della coloratissima scenografia) assolutamente incolore, opacissimo nella annunciata ironia, sterile nello scioglimento della trama che rimane tutta nelle intenzioni, con battute che sorprendono per banalità, compresi i già stantii riferimenti al neopresidente Trump. Ancor più banali le musiche (di Mark Plati e Mauro Gioia) in cui il dichiarato stile pop sfocia in maniera inconsapevole nella trash music neomelodica, e con interpretazioni delle stesse che rasentano (in molti casi) l’effetto Karaoke, spesso con larghe concessioni alle stecche. Pochi i punti forti o, almeno, apprezzabili: l’impeccabile Gaia Aprea e il convincente Gianluca Musiu fanno quel che possono per rendere il tutto credibile, e, insieme a Flo, risultano anche a loro agio nel canto. Ma il materiale narrativo e musicale è davvero poca roba. Belle scene (praticamente inutilizzate, essendo tutto lo spettacolo di una staticità imbarazzante), belli anche i costumi, firmati rispettivamente da Agostino Iacurci e Marco De Vincenzo, che occhieggiano ad una cultura camp lasciata però, estetica a parte, fuori dalla porta. Peccato. Perlomeno, però, ne gioveranno le foto di scena.

Napoli, Teatro Mercadante – 1 marzo 2017

Gianmarco Cesario

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