“Made in China. Postcards from Van Gogh”: la riproducibilità all’epoca della globalizzazione

Alla Pergola di Firenze l’ultimo spettacolo de Leviedelfool su Vincent Van Gogh e il bisogno di autoritrarsi.

«Ogni cosa che fai e che dici è un autoritratto». In questa frase è racchiusa l’essenza dell’ultimo spettacolo de Leviedelfool: “Made in China. Postcards from Van Gogh”, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana, andato in scena in prima nazionale al Teatro Era di Pontedera e ripreso al Teatro della Pergola di Firenze. Il tema dell’autoritratto dunque, che la drammaturgia di Simone Perinelli affronta in un continuo gioco di rimandi tra i selfie di oggi, i modi di organizzare i nostri spazi quotidiani e i grandi autoritratti pittorici e letterari di artisti come Vincent Van Gogh. E proprio dai dettagli degli ultimi quadri dell’artista olandese, realizzati durante il periodo di maggiore agitazione psicotica, il testo prende vita e scorre attraverso suggestioni e richiami ai quattro dipinti scelti: “Autoritratto con orecchio bendato”, “La sedia vuota”, “Notte stellata”, “La camera di Vincent ad Arles”. Il tutto condito in salsa kitsch, con rimandi alle riproduzioni seriali a basso costo e bassa qualità di quelle stesse opere d’arte, generalmente prodotte in Cina e destinate al merchandising dei grandi musei di tutto il mondo.

Una tematica che potrebbe essere interessante, ma il modo in cui è stata affrontata non convince sino in fondo, nonostante la bravura degli attori. La drammaturgia a due è sviluppata attraverso quadri frammentari e frammentati, spesso intervallati da cortocircuiti spazio-temporali e linguistici. Come si intuisce sin da una delle battute iniziali di Claudia Marsicano (per altro ottima cantante) che, suadente e vestita con abiti orientali tradizionali, gioca con un ombrellino di carta giallo come i girasoli di Van Gogh: «sul frigorifero una cartolina dall’Olanda: Saluti da Parigi! Sotto: una foto di Hong Kong». Comincia così un continuo cambio di prospettiva tra la messa in scena della solitudine e della follia della vita di Van Gogh, narrata anche attraverso brani delle lettere a Theo, a Émile Bernard e alla sorella Wilhelmina, e quella forse altrettanto folle e solitaria di oggi. Uno stridente confronto tra due universi molto distanti, dove la genialità e l’unicità della creazione artistica mette a nudo quanto sia effimera la nostra speranza di un’immortalità data da una “riproducibilità” all’infinito della nostra immagine. Ma il ritmo troppo spezzato, anche a causa dell’inserimento di inserti che appesantiscono lo scorrere dello spettacolo, non permettono di meglio concentrarsi sugli spunti più stimolanti, come il colpo di pistola dell’operaio cinese impossibilitato a rispettare i tempi di consegna. Un rimando alle condizioni di lavoro delle fabbriche di Shenzhen, tristemente note per i tanti suicidi degli operai costretti a turni di lavoro massacranti, ma forse anche alla perdita di umanità a cui sono costretti tanti lavoratori di oggi.

Firenze – Teatro della Pergola, 18 dicembre 2015

Lorena Vallieri

MADE IN CHINA. POSTCARDS FROM VAN GOGHuno spettacolo de Leviedelfool.

Drammaturgia e regia: Simone Perinelli; Aiuto regia e consulenza artistica: Isabella Rotolo; Musiche originali: Massimiliano Setti; Disegno luci: Marco Bagnai; Grafica: Giacomo Trivellini e Federico Bassi; Foto: Nico Lopez Bruchi; Produzione: Fondazione Teatro della Toscana.

Interpreti: Claudia Marsicano e Simone Perinelli.

Share the Post:

Leggi anche