“Performing 4:48”, al Teatro Due
gli abissi inquieti di Sarah Kane

Al Teatro Due di Roma, con grande successo di pubblico, è andato in scena un monologo-performance che attraversa la vita e l’arte di Sarah Kane, intitolato – citando un suo celebre monologo – “Performing 4:48”.

Grazie alla straordinaria adesione fisica ed emotiva di Serena Borelli, Giorgia Filanti lascia sprofondare lo spettatore nell’abisso mentale e poetico dell’autrice inglese, instaurando un metronomo di matematica precisione musicale e teatrale. Pezzo dopo pezzo, va in frantumi il sogno vitale (che pure, da qualche parte, esisteva) di una donna che non ha fatto sconti a nessuno, tantomeno a sé stessa, fino alle estreme conseguenze. Come sempre eccellenti le scelte musicali della regista, con l’attrice pronta a vestirle – e svestirle – con disinvolto dolore. Non c’è tregua, giustamente, nel percorso monologante di “Performing 4:48”, ed è bello ed emozionante sapere che una grande autrice, come la Kane era ed é, ancora suggestiona ed offre nuove letture, anche ardite. Aggirando ogni banalità, ma restando nel solco del mondo della drammaturga britannica, la Filanti, assistita da Danilo Caiano, allestisce il suo carillon dark con amore e rispetto, strappando commozione distillata senza ricatti emotivi. E la Borelli, tra una parrucca e l’altra, è la maschera perfetta di uno spettacolo elegante, lacerato, e lacerante.

Antonio Mocciola

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