Perturbazione, la semplicità prima di tutto

Perturbazione_01Dopo molto tempo ritorna la musica dal vivo nella Sala 1 del Duel Beat che da parecchio non ospitava un concerto e ricomincia offrendo il live dei Perturbazione per la terza data del Suo.Na, festival che sta presentando alcune delle band indie-pop di maggior successo che per un motivo o per un altro, erano scomparse da un po’ di tempo dalla programmazione napoletana.

I Perturbazione sono stati una delle proposte più interessanti di un Festival di Sanremo come quello di quest’anno davvero povero di contenuti, nonostante i proclami di una offerta qualitativa più alta. E non è un caso che la band torinese sia stata una delle poche cose da salvare, visto che sono in giro da più di venti anni – nonostante l’esordio discografico in italiano sia arrivato solo all’inizio degli anni 2000 – e questa attenzione è alquanto tardiva, per quanto meritata.

Il concerto inizia sotto i riflessi della sfera stroboscopica del Duel che si rivela più che mai adeguata ai brani del nuovo disco, “Musica X” (prodotto da Max Casacci dei Subsonica), con accenni elettronici e di groove disco, ma con l’attitudine che resta sempre la stessa: semplicità prima di tutto. E sembra di risentire il sapore delle feste adolescenziali. Si parte infatti con la canzone che da il titolo all’album, un elettro-pop melodico e poi subito “Se mi scrivi”, “Buongiorno Buonafortuna” trascinata dal violoncello di Elena Diana, “Il senso della vite”, e la canzone scartata dalla prima serata di Sanremo, “L’Italia vista dal bar”, giusto per dimostrare di fare subito sul serio.

I testi del frontman Tommaso Cerasuolo  parlano dei travet affrettati, degli studenti nei tram che vanno a scuola, della Torino di tutti i giorni; a vederli dal vivo ti sembra di vederli in quelle scene. Così semplici ed estremamente genuini: nulla di arrogantemente ricercato, senza maschere, ma con delicatezza a tutti i costi, “Noi siamo quello che vedete”. E si rispecchia anche nelle sonorità, con i jingle-jangle delle chitarre in stile R.E.M., che si incatenano in una ritmica precisissima, e si rivela molto più di impatto e coinvolgente dal vivo di quanto si possa immaginare.

Grande intensità per tutto il concerto come con “Del nostro tempo rubato”, probabilmente il momento più emozionante dell’intera esibizione, e la serata che scorre fluida fra un brano e l’altro, come con l’altra canzone sanremese “L’unica”,  e “Agosto”, entrambe accompagnate dal pubblico che le canta per intero. Con una semplicità e un’efficacia difficili da trovare da altre parti.

Napoli, Duel Beat, 27 marzo 2014

Francesco Di Maso

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