“Pompei”, un film per raccontare una città rimasta intatta nel suo tragico destino.

pompei

In questi giorni non si fa altro che parlare di Sorrentino, il trionfo agli Oscar dopo 15 anni da “La vita è bella” e bla, bla, bla. Nessuno però che si sofferma sulla nostra “vera” bellezza, abbandonata a se stessa, che dal 79 a.C. giace maestosa nel suo silenzio, a pochi chilometri da Napoli: Pompei.

Una città che da duemila anni è rimasta intatta nel suo tragico destino. Il terzo crollo in 48 ore è la triste coincidenza con l’uscita nelle sale cinematografiche del nuovo film di Paul William Scott Anderson.

Ambientato nel 79 d.C. “Pompei” racconta la storia di Milo, giovane gladiatore celto che da bambino ha visto uccidere il suo popolo e i suoi genitori dall’esercito Romano, guidato da Quinto Attilio Corvo. Diciassette anni dopo Milo è condotto a Pompei come schiavo. Qui incontra e si innamora di Cassia, una giovane patrizia pompeiana, intralciando i piani di Corvo. Niente andrà come previsto perché gli dei risveglieranno la montagna, scatenando sulla città tutta la loro furia.

Anderson così come James Cameron, si serve di una semplice ma efficace storia d’amore per narrare la grande sciagura. Milo e Cassia ci ricordano Jack e Rose, che la sorte unisce per poi trascinarli in una tragica vicenda.

Quello che colpisce fin da subito è l’ambientazione: l’arena, il mercato, le abitazioni patrizie, i gladiatori, i cavalli e il meraviglioso porto. Lo spettatore ha la sensazione di poter camminare per le strade della città che faceva quasi invidia a Roma.

Il tutto è suggellato da un appassionante bacio d’amore sotto la cenere vulcanica, che unisce i due amanti per l’eternità.

Con “Pompei” ricordiamo ciò che non bisogna mai dimenticare: l’Italia è sinonimo d’arte, storia e cultura; l’Italia è Dante, Petrarca, Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Pirandello, Galileo; L’Italia siamo noi. Bisogna sempre credere nell’arte, nella “nostra bellezza”: tutelarla, preservarla e custodirla con orgoglio. Soltanto così riusciremo a riportare ilnostro Paese al suo antico splendore.

Mariateresa Farnese

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