“Riccardo III”: Alessandro Gassmann gigante deforme nell’oscurità

L’opera di Shakespeare riproposta da Alessandro Gassmann nel doppio ruolo di attore e regista.

5 - R III Riccardo Terzo_foto di Federico Riva (5)Senza scrupoli, crudele, ambizioso, sarcastico e malformato: il Riccardo III di Shakespeare è uno dei personaggi più affascinanti e mostruosi mai inventati. In lui la fame di potere si spinge oltre ogni limite, fino a risucchiarlo. Perché Riccardo è astuto, è calcolatore, è infame, ma è un vigliacco e alla fine resta completamente solo. Trama alle spalle di tutti, mette i suoi nemici l’uno contro l’altro, non combatte apertamente e viene sconfitto dalla sua stessa viltà. Alla corruzione dell’anima corrisponde la sua deformità fisica, che nella messinscena di Alessandro Gassmann va a rimarcare la già notevole statura dell’attore. In scena al Teatro della Pergola “RIII – RiccardoTerzo”, diretto e interpretato da Gassmann, presenta uno storpio affetto da gigantismo, piuttosto che il Riccardo gobbo e tarchiato che ci viene di solito proposto a teatro, ha il volto truccato come Frankenstein (è evidente che il bel viso di Alessandro non sarebbe stato convincente) e una voce possente che rimbomba in tutta la sala: gli altri personaggi a confronto sembrano delle miniature.

È interessante la scelta fatta dall’attore e regista di portare in scena un’opera che parla della conquista del potere e del non rispetto delle regole, un tema molto attuale dal punto di vista politico e sociale: proprio come Riccardo, oggi a prevalere sono spesso coloro che usano la forza e la violenza, piuttosto che l’onestà e la giustizia. Non c’è spazio per la morale: Riccardo è un diverso e questo lo rende spietato, incapace di amare e di provare compassione. L’interpretazione di Alessandro Gassmann, però, rivela anche la sua passione per questo personaggio: nelle parole pungenti e nelle fragorose risate si evince tutta la sua cattiveria, non la nasconde dietro un finto buonismo. Riccardo gode delle disgrazie altrui, si insinua tra la gente come un serpente, pronto a infettarla con la sua lingua velenosa. È perfido persino con se stesso, la sua malvagità si smorza nella sua autoironia. Ottimo il lavoro drammaturgico svolto da Vitaliano Trevisan, il quale non tradisce il testo originale, ma si impegna a trovare un linguaggio più chiaro e diretto, più moderno e capace di coinvolgere emotivamente il pubblico. Obiettivo che si era prefissato Gassmann nell’affermare di «voler fare uno spettacolo popolare, di forte impatto» senza terminologie arcaiche e fuori uso. Nell’adattamento viene posta maggiore attenzione al personaggio di Tyrrel (Manrico Gammarota), nell’opera shakespeariana un semplice sicario, qui un uomo che ha una sua evoluzione interiore: è l’esecutore fedele di tutti i delitti di Riccardo (troppo codardo per commetterli direttamente), ma alla fine scopre di avere anche lui una coscienza e soffre per tutto ciò che ha fatto.

8- R III Riccardo Terzo_foto di Federico Riva (8)Lo spettacolo si svolge nella semioscurità, pochi elementi caratterizzano le diverse ambientazioni in modo veloce e preciso, gli attori si confondono tra fantasmi e proiezioni multimediali rivelando sin dal primo istante l’atmosfera cupa in cui si consumeranno una lunga serie di omicidi. Scene e costumi (rispettivamente di Gianluca Amodio e Mariano Tufano) rimarcano le scale di grigio delle immagini proiettate sul velatino, che occupa gran parte del palco. Non c’è posto per i colori. L’uso dei media è misurato e ben riuscito, le videografie di Marco Schiavoni riescono efficacemente a ricreare scene realistiche o “effetti speciali” suggestivi, arricchiscono considerevolmente la rappresentazione. Un esempio per tutti è quando verso la fine Riccardo viene assalito dai suoi incubi, che prendono forma concreta con l’apparizione di tutti coloro che ha ucciso. È un momento ricco di pathos, in cui emerge tutta la sua debolezza.

Un buon successo per la prima esperienza di Alessandro Gassmann nella doppia veste di attore e regista, accompagnato in scena da un ottimo cast, tra cui Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Sergio Meogrossi, Paila Pavese, i quali riescono a mantenere alta la tensione del pubblico fino alla fine, anche grazie a qualche istante in cui la leggerezza smorza la solennità del dramma.

FIRENZE – Teatro della Pergola, 6 febbraio 2013

Mariagiovanna Grifi

RIII ∙ RICCARDOTERZO – Regia: Alessandro Gassmann; autore: William Shakespeare; traduzione e adattamento: Vitaliano Trevisan; Interpreti: Alessandro Gassmann (Riccardo), Mauro Marino (Edoardo, Stanley, Margherita), Giacomo Rosselli (Rivers, Catesby), Manrico Gammarota (Tyrrel), Emanuele Maria Basso (Carceriere, Richmond, Vescovo), Sabrina Knaflitz (Anna), Marco Cavicchioli (Clarence, Hastings, Messaggero), Marta Richeldi (Elisabetta), Sergio Meogrossi (Buckingham), Paila Pavese (Duchessa di York); scene: Gianluca Amodio; costumi Mariano Tufano; musiche originali: Pivio & Aldo De Scalzi; videografia: Marco Schiavoni. Foto di Federico Riva.

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