“Ricorda con rabbia”: anime sconfitte con Stefania Rocca e Daniele Russo

6_Rocca-Russo Rabbia e remissione in Osborne nei giorni che precedono la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il mondo si ferma un istante, troppo poco in verità, a riflettere su un fenomeno ancora molto frequente: la violenza contro le donne. Sono i giorni precedenti alla giornata internazionale dedicata a questo delitto, tragico perché spesso silente. Non è solo la violenza fisica, a far più paura è quella psicologica, quella che corrode l’animo della vittima, la svuota di ogni sua umanità. Nel frattempo al Teatro Puccini di Firenze va in scena “Ricorda con rabbia”, il testo-manifesto di un gruppo di autori che descrivono, appunto, l’ira di una generazione scoraggiata. E anche qui a pagarne le conseguenze sono le donne, vittime di subordinazione domestica, spesso capro espiatorio di tanta frustrazione. La commedia di John Osborne del 1956 è la prima di una lunga serie di opere dei “giovani arrabbiati” (angry young man), come vennero definiti questi scrittori dai giornalisti inglesi dell’epoca. Quando si parla di “Ricorda con rabbia” ci si sofferma soprattutto sul personaggio di Jimmy, il deluso per eccellenza, espressione di un’aggressività bisognosa di conforto; eppure in questo magnifico testo ogni personaggio porta con sé la sua esasperazione, la sua rabbia (esplosa o repressa che sia), la sua penosa rassegnazione, la sua evidente debolezza, la sua inevitabile sconfitta. Paradossalmente la donna che sopporta passivamente la furia di Jimmy è l’unica che in fondo ci prova a reagire, tenta di porre fine alla violenza psicologica che subisce. Ma, alla fine, ne deriva un dolore ancora maggiore.

In un’ambientazione cupa e trasandata quattro “sconfitti” rimuginano sulla loro vita senza speranza, appartengono a una generazione priva di aspettative: tutto quello che poteva essere tentato è già stato fatto, senza successo. Non sembra esserci futuro all’orizzonte, rancore e delusione sono gli unici sentimenti che animano le loro menti. Se non ci fosse tutta quella rabbia, forse, si lascerebbero andare. Il regista Luciano Melchionna li circonda di vecchi elettrodomestici (la soffitta diventa un magazzino di un negozio, probabilmente abbandonato), come a evidenziare il declino dell’era che stanno vivendo, l’impossibilità di “darsi una ripulita” e correre verso un destino migliore. Tutto è immobile. Alla collera furibonda di Jimmy (Daniele Russo), che trova ogni piccola scusa per sbraitare, si oppone la calma apparente di Cliff (Marco Mario de Notaris). Anche negli abiti i due uomini sono così diversi, ma profondamente simili. Il rassegnato e il rabbioso, il mansueto e l’irascibile, entrambi figli dello stesso fallimento: l’eterno rumore dell’uno, il quieto silenzio dell’altro. Cosa fa più paura in fondo? La moglie di Jimmy, Alison (Stefania Rocca), cerca invano di sopravvivere al confine tra i due, nella sua apatica remissività. Si ciba della passione dell’uno, trova ristoro nella dolcezza dell’altro. Ma è un rapporto finalizzato al massacro. Sembra che le cose possano cambiare con l’arrivo di Anna (Sylvia De Fanti), la quale scuote Alison dalla sua indolenza e placa l’agitazione di Jimmy, ma è solo una nuova dimensione di stasi (come i mobili sospesi in aria), terribilmente simile a quella precedente. Forse peggiore, perché rigorosamente piatta. Esiste una via alla liberazione: è il dolore stesso. Arrendersi ad esso, abbandonarsi alla disillusione. Restare ingabbiati in una prospettiva senza avvenire.

Vibrante l’interpretazione degli attori: commovente e quasi snervante la condiscendenza di Stefania Rocca, la cui fragilità si insinua nella sua esile corporatura; angosciante la stizza di Daniele Russo, il cui impeto lascia il fiato sospeso per tutto lo spettacolo, quasi come se improvvisamente potesse esplodere in un atto ben più terribile degli insulti e delle urla. Notevole anche la presenza di de Notaris e De Fanti, i quali rivelano la consapevolezza e insieme la vulnerabilità della loro condizione esistenziale. Significativa, infine, la scelta della musiche che sembra tessere le fila della trama non facendo mai calare la tensione, donando allo spettacolo una grande intensità e un forte impatto emotivo.

 Firenze, TEATRO PUCCINI – 24 novembre 2013

Mariagiovanna Grifi

RICORDA CON RABBIA – Regia: Luciano Melchionna; Autore: John Osborne; Interpreti: Stefania Rocca, Daniele Russo, Sylvia De Fanti, Marco Mario de Notaris; Luci: Camilla Piccioni; Scene: Francesco Ghisu; Costumi: Michela Marino; Produzione: Bellini Teatro Stabile di Napoli.

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