ROMA. Una matrona trans nel regno dei reietti

In una periferia romana desolata, in cui la decadenza del paesaggio industriale sostituisce la decadenza delle ville signorili tardoimperiali, Duccio Camerini, autore e interprete eccezionale di “Risorgi”, dà vita a Marika, una matrona transessuale che domina su un universo di reietti senza speranza, speculando senz’alcun ritegno sulla disperazione altrui e sull’altrui triste utopia di un’anabasi negata.

Così, sullo sfondo di un piccolo inferno di borgata in cui non c’è margine di recupero perché nessun sentimento è sopravvissuto alla seduzione dei piccoli o grandi interessi privati o al semplice ma devastante richiamo delle ambizioni, si consuma una vera e propria resa dei conti tra illusione e disillusione, tra chi del degrado vuole farsi regina e chi, nonostante tutto, prova a ribellarsi alla propria infelicità, come Sergetto, interpretato da un bravissimo Dario Guidi, che sogna di fuggire col suo amore, tutto muscoli e repressioni, e sottrarsi in extremis a un destino segnato.

Un mondo degradato e lirico al tempo stesso, quello rappresentato da Duccio Camerini, che nella perfezione strutturale sia del testo che dell’intero allestimento, cala lo spettacolo in una dimensione che non stentiamo a definire epica, sia perché i personaggi del dramma sono connotati da una sorta di leggendario eroismo metropolitano, apparendo quasi come miti sul viale del tramonto, sia per la temperatura da tragedia shakespeariana che, d’altronde, è consapevolmente alimentata dalla presenza di Mongo, un ritardato, che è un dichiarato calco del tipico fool  dei drammi del Bardo a cui dà voce e gesto con grande bravura Ciro Carlo Fico.

Insomma, è davvero raro assistere a messinscene così ben costruite come Risorgi, in cui tutto, ma proprio tutto, è curato con sapienza e attenzione e con l’obiettivo di emozionare senza alcun esibizionismo superfluo, senza nulla di troppo o di troppo poco, dalla scrittura scenica alla regia, dalla direzione attoriale alle bellissime musiche dal vivo di Matteo Colasanti, dall’allestimento scenico, ai trucchi e ai costumi.

Urge ricordare, infine, la splendida prova di tutti le attrici e gli attori della Compagnia: Simone Bobini, Barnaba Bonafaccia, Marika De Chiara, Igor Mattei, Marco Damiano Minardi e Cristina Pedetta.

Roma, Teatro Piccolo Eliseo, 4 Dicembre 2016

 

                                                                                                          Claudio Finelli

 

 

 

 

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