Sanremo 2014, la prima serata tra panico e gara

hhRealtà o finzione? Ricordi di un’edizione di baudiana memoria o tristissimo specchio di una realtà sociale ed economica con la quale dobbiamo fare i conti? E’ questo probabilmente l’interrogativo che ha attanagliato lo spettatore medio all’apertura dell’edizione 2014 del Festival di Sanremo, quando un Fabio Fazio poco padrone della situazione ha dovuto interrompere il suo funereo cappello iniziale per l’intervento di due uomini pronti al suicidio pur di fare sentire la propria voce sui problemi lavorativi, condivisibili purtroppo da molti.

Dopo un inizio traballante, lo show ha trovato i suoi binari giusti specialmente per gli ospiti in cartellone, ad iniziare da una commossa Dori Ghezzi in platea che ha anticipato l’arrivo di Ligabue pronto ad omaggiare Fabrizio De Andrè, per proseguire con il nuovo incontro tra il conduttore e Laetitia Casta che non si è limitata ad un’amichevole chiacchierata, ma ha tentato il tutto per tutto tra balli da showgirl lanciatissima e canti improvvisati che forse sarebbe stato meglio non ascoltare.

gggDi tutt’altra pasta invece l’esibizione di Raffaella Carrà, sempre più rockeggiante nonostante le molte primavere, ma resistente ad ogni sforzo fisico: suoi tutti i riflettori grazie ad un medley di alcuni brani contenuti nel suo recentissimo cd e con una versione revival dell’indimenticabile “Fatalità”, una delle sue sigle maestre, intonata, per così dire, insieme ad una simpaticissima Littizzetto che ha ironicamente vestito i suoi sbrilluccicanti panni.

Cat Stevens, ormai in piena conversione musulmana a giudicare anche dal look, ha rappresentato eleganza e classicismo sul palco dell’Ariston donando quel sapore internazionale che forse un po’ mancava. Ma Sanremo trova ovviamente il suo fulcro sulle canzoni in gara: sette i primi big che si sono esibiti per smezzare le due proposte attraverso una doppia esecuzione.

Dal rap più movimentato di Frankie Hi-NRG alla sacralità di Antonella Ruggiero, dalla dolcezza di Arisa alla stralunata accoppiata di Raphael Gualazzi con Bloody Beetroots, dalla ruvidità di Cristiano De Andrè alla scoperta per il grande pubblico dei deliziosi Perturbazione, fino al ritorno di Giusy Ferreri ancora scortata dal suo autore d’esordio, Roberto Casalino, ogni artista ha conosciuto la canzone che l’accompagnerà attraverso la gara vera e propria che prenderà il via giovedì prossimo.

Se la Littizzetto brilla sempre per brio ed acume, senza peli sulla lingua in ogni occasione ed osando look anche improbabili pur di far sorridere il pubblico, da efficace contraltare Fazio tende invece a spegnere ed incupire quella che dovrebbe essere una vera e propria festa della musica, facendo spesso rimpiangere alcune conduzioni del passato più frizzanti ed adatte ad una kermesse che dovrebbe innanzitutto intrattenere. Ma i tempi cambiano e Sanremo negli ultimi anni si è trasformato in uno specchio a 360° della nostra società e quindi forse è il pubblico stesso che si aspetta anche temi ed ospiti che con la musica abbiano poco a che fare, giusto o sbagliato che sia.

 

Gaetano Cutri

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