Virgilio Sieni

Sieni: “Prélude à l’après-midi d’un faune”

Rievocazioni arcadiche in tempi moderni

Al Cango (Firenze) va in scena la nuova opera firmata Virgilio Sieni, “Prélude à l’après-midi d’un faune”. Il contesto è quello dell’edizione primaverile del festival La democrazia del corpo, i protagonisti sono due danzatori della Compagnia Virgilio Sieni e due anziani frequentatori dell’Accademia sull’arte del gesto.

Si tratta di una coreografia complessa che, come non di rado in Sieni, accoglie a braccia aperte il contributo della musica dal vivo: Giulia Contaldo esegue al pianoforte con dolcezza la nota opera di Claude Debussy, da cui la creazione del coreografo fiorentino prende il titolo. La pianista non è semplice accompagnatrice, è parte integrante della performance, in un gioco di sguardi, di silenzi, di ritmi, rumori e musica anticipati da un rito oggi più che mai indispensabile per recuperare l’aura dell’opera d’arte e cioè quel senso profondo che la nutre. Nella frenesia della vita odierna, la danza contemporanea di Sieni opta per la sospensione del tempo e introduce lo spettatore al buio, al silenzio, alla concentrazione, al rilascio delle tensioni, alla lentezza.

“Prélude à l’après-midi d’un faune” è uno spettacolo tripartito: il poema sinfonico è eseguito per tre volte e agito a turno da Maya Oliva, Andrea Palumbo e, infine, da Franco Bozzi e Otello Cecchi. È un incedere in avanti o, meglio, un attraversamento dello spazio scenico, dal nero al nero. Le dinamiche di fruizione sono ribaltate: la visione non è frontale, si annulla il punto di vista privilegiato a favore del percorso. E anche il corpo ritorna a un’essenza mitologica, arcaica, trasportandosi in un’Arcadia che, se sembra perduta, riemerge da una dimensione inconscia. Il linguaggio coreografico di Sieni è esplicito nel gesto e nel movimento degli interpreti, forti di una tecnica ormai solida opera dopo opera. Notevole l’assolo di Palumbo che, nelle vesti del fauno e con indosso un evocativo costume firmato Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola, si muove con armonia, forza e virtuosismo.

«L’idea del fauno scorre adiacente a risonanze agresti dell’infanzia, fatte di scarti, soste e spostamenti: rivelazioni che possono travolgere il corpo come una profonda meditazione» afferma Sieni. C’è poesia, quella di Mallarmé, che risuona tacita nello spazio rimbombante del Cango; c’è impressionismo; c’è la capacità di fluire, dimentichi del tempo convenzionale umano a favore di cicli ancestrali urgenti, necessari e profetici. C’è anche riflessione sull’essenza più profonda dell’essere e dell’esserci, sulla diversità e sul progresso. Tra fenomeni sociali e social della contemporaneità più estrema, abbiamo davvero perso l’essenza primigenia del fauno? Dal nudo femminile, che rimanda alla ninfa, all’inseguimento da parte della divinità silvestre, due danze che si intrecciano senza mai toccarsi ad evocare un’Arcadia, come da manuale, armonica e incontaminata. Un’Arcadia da ripristinare a partire dalle macerie che lo stesso progresso umano porta, colpevole, sulle spalle.

Firenze – CANGO CANTIERI GOLDONETTA, 3 marzo 2019.

Benedetta Colasanti 

 

Prélude à l’après-midi d’un faune – di Virgilio Sieni; assistente alla coreografia: Giulia Mureddu; musica: Claude Debussy eseguita dal vivo da Giulia Contaldo; interpreti: Maya Oliva, Andrea Palumbo con la partecipazione di Franco Bozzi e Otello Cecchi; costumi: Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola; luci: Mattia Bagnoli; produzione: Fondazione Teatro della Toscana, Compagnia Virgilio Sieni.

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