Se Sarah Kane non ci fa più paura

Una scena-gabbia. Una gabbia metropolitana. Una dimensione asfittica. Uno spazio sostanzialmente underground ma senza il fascino della rielaborazione artistica che, negli anni, ha trasformato le realtà underground in un universo vitale e coinvolgente. Dunque solo un luogo di solitudine e abbandono. A un passo dal suicidio. La scena concentrazionaria di Francesco Ghisu e le luci […]

“4:48 Psychosis”, preludio di un suicidio

Ad Avamposti il monologo-confessione di Sarah Kane per la regia di Valentina Calvani. Il primo impatto con il teatro di Sarah Kane è fastidioso. Non vorremmo mai ascoltare in modo tanto schietto e diretto quella parte tormentata e violenta che appartiene a ognuno di noi. 4:48 Psychosis, poi, ci butta letteralmente in faccia il delirio […]

NTFI2015 – “Crave”, il rito di dopo la catastrofe

Nello scambio frenetico, a volte singhiozzante, spesso paradossale, delle battute tra A, B, C e M, i quattro personaggi di Crave di Sarah Kane, emerge una battuta apparentemente scivolosa rispetto al serrato ritmo della drammaturgia del testo, tuttavia capace di definirne una direzione scenica: “Un orrore così profondo può essere frenato solo da un rito”. […]

Osborne e la generazione dei giovani arrabbiati

Parte la rubrica che sarà dedicata alle grandi figure della drammaturgia prendendo, ogni volta, spunto da uno spettacolo attualmente in scena Ricorda con rabbia, piéce del drammaturgo inglese John Osborne, del 1956, è stato definito il manifesto di una generazione, quella dei cosidetti giovani arrabbiati (angry young men) che agirono nell’ambito delle arti, del cinema […]