“Tartufo” seduce, ma con poca introspezione

Al Metastasio di Prato la commedia di Molière interpretata da Pagni e Solenghi nella lettura di Sciaccaluga.

Dopo il successo ottenuto con “I ragazzi irresistibili” di Neil Simon, Eros Pagni e Tullio Solenghi hanno deciso di affrontare una delle più impegnative commedie di Molière: “Le Tartuffe ou l’imposteur”. A dirigerli, anche questa volta, il regista Marco Sciaccaluga, a conferma che una squadra vincente non si cambia. E lo spettacolo, andato in scena al Metastasio di Prato agli inizi di marzo e prossimamente al Teatro della Pergola di Firenze (7-17 aprile), ha incontrato l’approvazione del pubblico. Indubbiamente seduce lo sguardo e cattura l’attenzione, anche grazie alla bella scena di Catherine Rankl: una gabbia dorata che tratteggia elegantemente le pareti della sala da pranzo di una casa ricco borghese, lasciando intravedere imponenti affreschi tratti direttamente dal “Giudizio universale” di Michelangelo.

Il Tartufo-01Ma nel corso della serata la voglia di abbandonarsi all’attrattiva della messa in scena si è scontrata con il desiderio di un maggiore approfondimento della drammaturgia di Molière. Un testo complesso come “Tartufo” avrebbe meritato un’introspezione più attenta, un tentativo originale di lettura, che è invece passato in secondo piano a favore di trovate accattivanti che ammiccano allo spettatore. Sciaccaluga offre alla platea una soluzione ‘facile’ che non prevede catarsi né dubbi. Il bene e il male, il torto e la ragione, sono nettamente definiti sin dall’inizio. Ciò permette di concentrarsi sui ritmi comici e sui dialoghi serrati, sottolineando l’umorismo della pièce, ma perdendo in profondità.

Il Tartufo-03Teatralità pura dunque, favorita anche da alcune scelte attoriali, come quella di affidare il ruolo di Madame Pernelle, madre di Orgon, a un Massimo Cagnina en travesti. Eccellente la prova di Barbara Moselli che interpreta una Dorine vivace e divertente, che con la sua esuberanza e gli sbalzi di umore domina la scena e conquista le simpatie. Raffinata ed elegante è la Elmire di Mariangeles Torres, che si rivela anche un’ottima spalla per gli ammiccamenti erotici dell’untuoso Tartufo/Solenghi. Pagni/Orgon è una maschera deformata. Il trucco e la sua recitazione asciutta e cadenzata contrastano in maniera significativa con la vitalità degli altri personaggi.

Da sottolineare, infine, l’interessante scelta di proporre il doppio finale della commedia. Il momento dell’arresto di Orgon, ormai schiacciato dall’imbroglio di Tartufo, è il vero colpo di scena, inaspettato, dell’intero spettacolo. A dimostrarlo l’eloquente silenzio della sala, che resta ammutolita anche di fronte alle proteste di un attore nascosto in platea: «Non può finire così! Questa è una commedia!». I protagonisti, fintamente sconcertati, ripetono la scena proponendo il secondo finale molieriano con il provvidenziale quanto inverosimile intervento salvifico del potere reale. Sotto una pioggia di lustrini non resta che intonare tutti insieme l’“Inno al Re” su musiche di Giovan Battista Lulli, mentre in sala scrosciano gli applausi.

Prato – TEATRO METASTASIO, 4 marzo 2015

Lorena Vallieri

IL TARTUFOautore: Molière; versione italiana: Valerio Magrelli; regia: Marco Sciaccaluga; scena e costumi: Catherine Rankl; musiche: Andrea Nicolini; luci: Sandro Sussi; produzione: Teatro Stabile di Genova.

Interpreti: Eros Pagni, Tullio Solenghi, Marco Avogadro, Massimo Cagnina, Alberto Giusta, Barbara Moselli, Pier Luigi Pasino, Mariangeles Torres, Antonio Zavatteri, Gennaro Apicella, Elisabetta Mazzullo, Desirée Tesoro.

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