TGLFF, l’ultima edizione senza diritti civili
Ancora un successo per Giovanni Minerba

Tra i tanti titoli proposti durante la trentunesima edizione del Torino Gay & Lesbian Film Festival, ci sono perle assolute che purtroppo il pubblico generico italiano non vedrà mai. Ad esempio, “Those people” diretto da Joey Kuhn, una storia bellissima di amore e manipolazione, con interpreti straordinari e un’elegantissima regia. Oppure il film made in Honk Kong “Tung Iau hap woo”, sulla libertà dell’amore in chiave filosofica, discutibilissima eppure conturbante operazione di rigenerazione attraverso tutte le varianti del sesso. E anche, perchè no, il film di chiusura festival, “Baby steps”, affronta con coraggio il desiderio di paternità di una coppia gay, e il travagliato iter per ottenerla, con tanto di una madre retrograda e invadente. Un po’ commedia, un po’ dramma (e qualche lungaggine), un film comunque che non lascia indifferenti. La serata di chiusura, presentata come negli ultimi anni dal direttore Giovanni Minerba e da Angelo Acerbi, si è aperta con la lettura della legge sui diritti civili, che dovrebbe salpare in questi giorni, per poi omaggiare la rockstar Prince, recentemente scomparsa (e talvolta autore di canzoni pesantemente omofobe come “Da bourgeoisie” e di dichiarazioni apertamente ostili contro matrimoni gay e adozioni; “Dio è contro i gay”, avrebbe detto). Un breve set musicale con un’emozionatissima Rachele Bastreghi, raffinata cantautrice voce femminile della cult-band Baustelle, e poi il momento dei premi, che indichiamo a seguire. Si spera davvero che questo sia stato l’ultimo festival senza diritti civili. Ultimi in Europa, e in ritardo abissale con tante altre parti del mondo, anche il paese di Salvini e della Meloni sembra accorgersi di essere nel ventunesimo secolo. Meglio tardi che mai. Ma era meglio prima.

Le Giurie della trentunesima edizione del TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival hanno assegnato il Premio “Ottavio Mai” per il Miglior lungometraggio, il Premio Queer e il Premio per il Miglior cortometraggio. I riconoscimenti saranno consegnati stasera, 9 maggio, alle ore 20.30, presso la Sala 1 della Multisala Cinema Massimo, durante la cerimonia di chiusura del festival.
Saranno consegnati anche i premi del pubblico a un lungometraggio scelto tra il Concorso lungometraggi e il Premio Queer e a uno dei cortometraggi in concorso.

Seguirà l’esibizione musicale di Rachele Bastreghi, cantautrice e musicista toscana, voce femminile del gruppo italiano Baustelle. Alle 22.00, poi,sarà proiettato, in anteprima italiana, Baby Steps di Barney Cheng, film di chiusura della 31a edizione del TGLFF.

Concorso lungometraggi

La giuria del Concorso lungometraggi, composta da Alessandro Borghi,Wieland Speck e Paola Turci,assegna il premio “Ottavio Mai” per il miglior lungometraggio a

La belle saison (Summertime)di Catherine Corsini (Francia, 2015, 105’)

Con la seguente motivazione: «Un film profondo e autentico, che usa come strumento una recitazione che va al di là delle parole. Un inno a inseguire la nostra felicità nonostante gli ostacoli che a volte la vita ci pone davanti, prendendo in esame un periodo storico fondamentale per l’emancipazione femminile come gli anni ’70 e le problematiche che ancora oggi ci troviamo ad affrontare, raccontando finalmente l’amore tra due donne in modo libero. Che sia fonte d’ispirazione per la nostra mente e soprattutto per la nostra classe politica».

La Giuria assegna inoltre una menzione speciale a

Holding the Man di Neil Armfield (Australia, 2015, 127’)

Con la seguente motivazione: «Holding the Man ricorda la storia della comunità gay e mostra un ritratto doloroso di questioni relative all’AIDS, nella fattispecie a partire dagli anni ’80-‘90 fino ai giorni nostri. Stile, fotografia e interpretazione brillante si fondono in un’immagine onesta e intrisa di sentimenti, dipingendo la famiglia, spesso nemica dei suoi figli queer, come una possibile fonte di sostegno sincero e amorevole».

Il Premio del pubblico The Best Torino per il Miglior lungometraggio va a

Viva di Paddy Breathnach (Irlanda, 2015, 100’)

Premio Queer

La Giuria, guidata da Gianluca e Massimiliano De Serio e composta dagli studenti del DAMS di Torino (Matteo Ambrosino, Donato Luigi Bruni, Francesca Giuffrida, Xue Shan, Lara Vallino), assegna il Premio Queer a

Califórnia di Marina Person (Brasile, 2016, 90’)

Con la seguente motivazione: «Per la capacità di dipingere il percorso di crescita e scoperta dell’identità sessuale di un’adolescente attraverso uno sguardo libero, intriso di un mai banale realismo nella ricostruzione storica, di un lirismo dei rapporti tra i corpi e i respiri naturali e credibili, in un coerente universo estetico dove fotografia, musica e attori si fondono in un oggetto vivo e pulsante, come la vita».

La Giuria assegna inoltre una menzione speciale a

Los héroes del mal di Zoe Berriatúa (Spagna, 2015, 93’)

Con la seguente motivazione: «Per l’audacia e l’efficacia del rapporto tra colonna sonora e visiva e la scelta stilistica che accoglie una commistione di generi cinematografici, che scavano in profondo in modo ironico e cruento il tema della violenza sociale».

Concorso cortometraggi

La Giuria, guidata da Alessio Vassallo e composta dagli studenti dell’Agenzia Formativa TuttoEuropa (Francesca Bianchi, Alessandra Cristallini, Mara Erriu, Samuel Petrucci, Elena Rovati), assegna il premio per il miglior cortometraggio a

Balcony di Toby Fell-Holden (Regno Unito, 2015, 17’)

Con la seguente motivazione: «Per la capacità di stupire ribaltando gli stereotipi e di riconsiderare il concetto di diversità. Per la sentita interpretazione delle due protagoniste e per la regia attenta e mai invadente».

Il Premio del pubblico per il Miglior cortometraggio va a

Double Negative di Brian Dilg (USA, 2015, 16’)

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