“Tutto scorre” e le parole si fermano nello stomaco

Lo spettacolo di Massimo Sgorbani e Gianfranco Pedullà interpretato da Rosanna Gentili al Teatro Studio Krypton di Scandicci.

tutto scorre 1 light“Tutto scorre”, la rabbia nelle sue vene, le violenze subite che ha imparato a ingoiare, le parole terribili di suo padre che le scivolano addosso. La pipì, che lascia andare come unica difesa dal dolore. Ci sono storie che non vorremmo mai ascoltare. Ci sono persone che ci illudiamo di non aver mai incontrato. Ma in “Tutto scorre” di Massimo Sgorbani, drammaturgo e sceneggiatore (tra i riconoscimenti: nel 2001 vincitore del Premio Speciale della Giuria Riccione), è narrata l’esistenza di una giovane donna che ogni giorno potremmo trovare sulla nostra strada. Troppo indaffarati nella corsa contro il tempo la guarderemmo appena, senza sapere il dramma che conserva dentro. Questo monologo/narrazione ci apre uno squarcio sulla realtà di persone che, a causa di traumi infantili e violenze subite, vivono un mondo di favole oscure. Lo spettacolo, produzione di Teatro popolare d’arte in scena per la regia di Gianfranco Pedullà al Teatro Studio di Scandicci in occasione della Settimana della Cultura, nasce nel 2004 (anno in cui è stato rappresentato al Teatro Colosseo di Roma) e il testo è pubblicato per la Ubulibri in “Teatro” di Massimo Sgorbani.

La protagonista lavora come guardiana dei bagni di un autogrill, un posto dove tutti, prima o poi, sono passati. Vittima di abbandoni, soprusi e ingiurie è incapace di esprimere quello che prova; ogni qual volta si ritrova di fronte a emozioni forti che non sa gestire “la lascia andare” e tutto sembra risolversi. Invece di tirare fuori le parole, si abbassa le mutandine e lascia andare la sua pipì. Un gesto di liberazione. L’unico che lei conosca per affrontare i momenti difficili. “Trattenere e lasciare andare”, è in questo gioco di ritenzione ed eliminazione che la psicanalisi trova il punto critico per lo sviluppo dell’autonomia. Freud analizzò lo sviluppo psico-sessuale individuando nella fase cosiddetta “anale” il momento in cui il bambino è focalizzato sui suoi sfinteri: la minzione e la defecazione rappresentano la sua libertà, la capacità di autogovernarsi, ma possono diventare anche fonte di vergogna e incertezza. Gli studi psicanalitici individuano nel rapporto con la madre prima, e con il padre poi, l’origine del disturbo del controllo degli sfinteri: una relazione assente o troppo rigida può ostacolare il soggetto ad acquisire la propria indipendenza. La possibilità di costruire rapporti sani e duraturi per una persona con tale disturbo è ridotta, la vergogna è l’unico sentimento che riesce a provare in presenza di altri.

tutto scorre 2 lightOttima Rosanna Gentili che veste i panni di questa giovane inadeguata, il cui disagio è visibile sin dai suoi movimenti, goffi, incerti. Dall’aria infantile, a vederla sembra una bambola di porcellana, a un piccolo tocco potrebbe andare in mille pezzi. Durante il viaggio nei suoi tristi ricordi si rivela essere di gomma, invece: tutto le rimbalza contro, non senza lasciare segni indelebili. La rabbia che le scorre nelle vene per il male subito sin dall’infanzia le si ferma lì, alla bocca dello stomaco. Parole intrappolate che non riescono a uscire e che si trasformano in “pipì”. In scena anche Gilberto Colla, immagine di tutti coloro che l’hanno offesa, umiliata, delusa, accrescendo il suo imbarazzo e la sua afasia. In primis suo padre, austero, crudele, ignorante. Colla dà vita a discorsi non lineari, le parole escono dalla sua bocca a intermittenza con una cantilena fastidiosa: sono i discorsi che riecheggiano nella mente della protagonista. L’odio la divora. Ma con il tempo ha imparato a “ingoiare” il dolore e a inventare favole-metafora della sua oscura esistenza, finché non è riuscita a sorridere sadicamente di quella vendetta che, per mano di una fata, è arrivata come a risarcirla.

Alla fine dello spettacolo ci portiamo tutti dentro quelle “parole pesanti nello stomaco”. Un fardello sociale, di cui siamo tutti responsabili perché ancora oggi ci sono al mondo persone fragili, incapaci di difendersi, che subiscono abusi e ingiustizie. E la cronaca ogni giorno ci racconta una storia, mentre tutti noi restiamo indifferenti, proprio come passando davanti alla «guardiana dei cessi dell’autogrill».

Scandicci (FI) – TEATRO STUDIO, 19 ottobre 2014

Mariagiovanna Grifi

TUTTO SCORRERegia: Gianfranco Pedullà e Massimo Sgorbani; Autore: Massimo Sgorbani; Scene: Claudio Pini; Musiche: Jonathan Faralli; Costumi: Rosanna Gentili; Produzione: Teatro popolare d’arte; Collaborazione: Rosaria Lorusso. Interpreti: Rosanna Gentili, Gilberto Colla.

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