Un dono sotto l’albero: “Lo Schiaccianoci”

Amodio porta al Verdi la sua colorata versione de “Lo Schiaccianoci” di Petipa.

Il Teatro Verdi di Firenze fa al suo pubblico gli auguri natalizi con “Lo Schiaccianoci”, un classico dei balletti russi, coreografato da Marius Petipa e Lev Ivanov su musica di Čajkovskij e ripreso, fra le numerosissime rivisitazioni, da Amedeo Amodio e Daniele Cipriani Entertainment.

La notte di Natale è vicina, Fritz e Clara sono estasiati e impazienti di ammirare i meravigliosi giocattoli dello zio, il signor Drosselmeyer. La magia dell’atmosfera natalizia, il dilatato tempo infantile che, come un lontano ricordo, si confonde con il mondo onirico, esageratamente bello ma non di rado inquietante e spaventoso. La musica di Čajkovskij è capace di dare corpo alla magia, che invade il primo atto, e di rievocare mondi lontani ed esotici, che colorano il più spensierato secondo atto. Le bambole, i pupazzi, i meccanismi ingegnosi e misteriosi di Drosselmeywr risultano tali anche al pubblico, ammaliato dai giochi di luce e ombra ideati e realizzati da Teatro Gioco Vita e L’Asina sull’Isola, da bambole rese vive illusionisticamente dal corpo di ballo, notevole nella danza classica ma anche nella mimica e nella caratterizzazione di ogni personaggio.

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Drosselmeyer è un mimo, un mago, un prestigiatore, un danzatore non classico ma dai movimenti sinuosi, in conseguenza dei quali sembra muoversi tutto il resto, come se egli fosse un burattinaio col proprio teatro di marionette, un mondo a sé che, nel suo piccolo, è fiero e completo in se stesso, o almeno lo era nell’800; se Clara fosse stata consapevole del proprio stato di sogno, sarebbe stato come se il cielo di carta del teatrino di marionette si fosse strappato in due, rendendo i burattini consapevoli della propria natura, una rivoluzione copernicana, come annuncia il signor Anselmo Paleari de “Il fu Mattia Pascal” ma, nel romanticismo, le ombre delle lanterne magiche erano considerate in grado di resuscitare i morti e, ancora oggi, uno spettacolo ben fatto è capace di far volare lontano le menti degli spettatori.

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Nel secondo atto l’atmosfera cambia: il palcoscenico è colorato e ilare; l’incubo di Clara si trasforma in un sogno lieto e i divertissements folkloristici divertono davvero. Il tempo passa velocemente, lo spettacolo coinvolge grandi e piccoli, la musica fa venir voglia ai bambini di danzare nell’ebrezza dell’aria magica di una dimensione popolata da bambole in movimento, fate e fiori che ballano il valzer. Un classico rinnovato e sempre sorprendente, reso da professionisti capaci e ben vestiti, è sempre un dono prezioso.

Firenze – TEATRO VERDI, 22 dicembre 2016.

Benedetta Colasanti

LO SCHIACCIANOCI – Musica: Pëtr Il’ič Čajkovskij; soggetto: E. T. A. Hoffmann; coreografia e regia: Amedeo Amodio; scene e costumi: Emanuele Luzzati; ideazione ombre: Teatro Gioco Vita; realizzazione ombre: L’Asina sull’Isola; voce: Gabriella Bartolomei; luci: Marco Policastro; assistente alla coreografia: Stefania Di Cosmo; produzione: Daniele Cipriani Entertainment; solisti e corpo di ballo: Daniele Cipriani Entertainment.

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