Un gioco di specchi per “La Traviata” di Svoboda

Il capolavoro verdiano chiude la programmazione invernale dell’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino.

La-Traviata-01-foto-Simone-Donati-Terraproject-Contrasto-940x440Nel silenzio più totale un enorme specchio si solleva e, pur rimanendo leggermente inclinato, restituisce l’immagine di un tipico palcoscenico di un teatro all’italiana, con tanto di sipario rosso. Pian piano la scena si anima e, assieme agli invitati di Violetta, entrano i tecnici dell’Opera che, con un cambio di scena a vista, preparano il necessario per quella festa che occuperà tutto il primo atto. Inizia così, con un bel gioco di teatro nel teatro, l’ultimo spettacolo della stagione invernale 2014/2015 dell’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino: “La Traviata” di Verdi diretta da Zubin Mehta nell’interessante lettura del regista Henning Brockhaus.

La-Traviata-10-foto-Simone-Donati-Terraproject-Contrasto-940x440Una serata suggestiva e visivamente accattivante dove niente è come sembra e tutto è un grande riflesso dalla prospettiva ribaltata. Merito delle scene di Josef Svoboda che, pensate negli anni Novanta, ancora sorprendono piacevolmente. Come sul finale: mentre la protagonista muore, un ulteriore movimento dello specchio mostra, lentamente, prima l’orchestra, poi il direttore sul podio, infine il pubblico in sala. Una voyeuristica moltiplicazione dei punti di vista dal sapore accusatorio: anche noi siamo parte di quella società dell’apparire di cui Violetta è vittima. Spiace per qualche ingenuità registica (per altro molto accurata nella gestica), come la giacca abbandonata per terra da Alfredo che, nel riflesso, sembra appesa a una finestra del secondo piano della casa di campagna. Ma la decisione di spostare l’azione dalla Parigi del 1850 a quella degli inizi del Novecento permette di giocare sulla sensualità dei costumi (realizzati da Giancarlo Colis) che riprendono quelli della coeva pittura di Giovanni Boldini.

La-Traviata-14-foto-Simone-Donati-Terraproject-Contrasto-940x440Abbiamo accennato all’interessante interpretazione di Brockhaus. La sua Violetta è più una “Dama delle Camelie” che una “Traviata”: è una donna coraggiosa che sceglie un percorso personale difficile, ma ancora fortemente attuale. Rifiuta volontariamente la superficialità nascosta dietro l’allegria e l’apparente spensieratezza della sua “cloaque splendide” per impegnarsi in un sentimento reale e profondo. Una scelta che, anche a causa dell’incapacità di Alfredo di seguirla, è destinata a condurla prima al fallimento economico e sociale, poi alla malattia e alla morte. E il regista ci guida con sapienza alla riscoperta di questi sentimenti, aldilà della ben nota storia narrata. Aiuta la lentezza della direzione di Mehta che lascia il tempo alle emozioni di prendere corpo in scena attraverso la voce dei cantanti. Una linea interpretativa che inizialmente appare poco adatta a brani quali il celebre brindisi, ma che ben introduce in quel clima di decadenza che caratterizza tutto lo spettacolo.

La-Traviata-20-foto-Simone-Donati-Terraproject-Contrasto-940x440Non convincono sino in fondo le voci: Eva Mei, che inizialmente appare quasi intimorita, acquista via via sicurezza sino a dare il meglio di sé nella struggente Violetta morente dell’ultimo atto; Ivan Magrì è un Alfredo sin troppo irruento a discapito della resa vocale, mentre Paolo Gavamelli appare a tratti affaticato. Piace l’utilizzo nell’opera dei ballerini di Maggiodanza, così era già stato nel precedente “Dido and Aeneas” di Henry Purcell.

Firenze – Opera di Firenze, 1 aprile 2015

Lorena Vallieri

LA TRAVIATA – Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave; musica di Giuseppe Verdi; Edizione: Edwin Kalmus & Co.; Direttore: Zubin Mehta; Regia e luci: Henning Brockhaus; Scene: Josef Svoboda; Costumi: Giancarlo Colis; Coreografie: Valentina Escobar; Maestro del Coro: Lorenzo Fratini; Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino; MaggioDanza. Allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini. Foto: Simone Donati Terraproject Contrasto.

Interpreti: Eva Mei, Ivan Magrì, Paolo Gavanelli, Enrico Cossutta, Anastasia Boldyreva; Francesco Verna, Italo Proferisce, Alessandro Spina, Simona Di Capua, Davide Cusumano, Nicolò Ayroldi, Luciano Roberti.

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